Le decisioni maturate in queste settimane circa alcune struttura di Vasto hanno indotto il consigliere comunale di Forza Italia, Antonio Monteodorisio alla riflessione che di seguito riportiamo e che suona appieno come un atto di accusa verso un apolitica che vede Vasto come la periferia d’Abruzzo. Ecco il pensiero dell’esponente forzista.
“Nel corso della Fiera dell’Agricoltura di Lanciano l’assessore regionale alle politiche agricole Pepe ha dichiarato pubblicamente che gli uffici UTA di Lanciano e Ortona non chiuderanno. All’Ufficio Vasto nessun riferimento, la Regione ha deciso dunque che l’UTA di VASTO sarà l’unico a chiudere?!
E’ di venerdì la notizia che la Casa di Riposo di Sant’Onofrio chiuderà, i 56 ospiti dovranno essere trasferiti, mentre i 17 dipendenti della struttura resteranno senza lavoro.
Né il comune di Vasto proprietario dell’immobile né la Regione che lo gestisce hanno stanziato i 300 mila euro necessari per la ristrutturazione, non riconoscendo di fatto il valore sociale e comunitario della residenza istituita con Decreto emanato da Vittorio Emanuele II nel lontano 1875.
Mentre a Vasto si perdono uffici e servizi con il consenso dell’Amministrazione Lapenna che sta a guardare immobile, in Regione si programmano le chiusure dei punti nascita e la petrolizzazione del territorio.
Vasto perde di importanza e centralità sempre di più, basti pensare alle proposte di D’Alfonso inerenti la costruzione di un nuovo unico ospedale nel pescarese che richiederebbe il ridimensionamento dell’Ospedale San Pio e la mancata costruzione di una nuova struttura a Vasto.
Il centro sinistra regionale sta distruggendo l’Abruzzo con il silenzio assenso delle amministrazioni comunali di centro sinistra.
Cosa sta facendo l’Amministrazione Lapenna per scongiurare la costruzione di Ombrina Mare, che condannerà il mare a l’aria di Vasto all’inquinamento da idrocarburi?
Cosa sta facendo questa Amministrazione per salvare il Sant’Onofrio?
Cosa sta facendo questa Amministrazione per non far chiudere uffici e servizi?
Vasto dunque sempre più periferia d’Abruzzo grazie alla politica di D’Alfonso che decide quali aree sono degne di sviluppo e crescita e quali rappresentano invece terra di conquista”.