È l’annuncio che molti aspettavano da tempo, nel bene e nel male, ed è finalmente, oseremmo dire, arrivato: il commissario ad acta per il Parco della Costa teatina Pino De Dominicis ha dichiarato di aver concluso il compito affidatogli predisponendo la perimetrazione definitiva dell’area protetta.
Nominato il 5 agosto, con un atto che ai più è parsa una vera sconfitta politica, De Dominicis ha avuto la sua abilitazione a tutti gli effetti soltanto il 15 novembre ed aveva un anno a disposizione per portare a compimento l’incarico affidatogli, ma aveva sempre sostenuto che avrebbe voluto ultimarlo entro il 30 aprile, e così è stato.
“E’ stato un percorso non sempre facile e lineare ma oggi finalmente posso dire di aver concluso un lavoro che porterà, dopo 15 anni, alla costituzione del Parco Nazionale della Costa Teatina”, ha detto l’architetto originario di Bussi sul Tirino.
I sui compiti erano ben definiti sulla scia di quanto stabilito con la lontana legge dello Stato n. 93 dell’8 marzo 2001, ovvero determinare il perimetro Parco della Costa Teatina delineandone i confini generali, una zonizzazione interna e le rispettive misure di salvaguardia (sulla cui bozza quasi definitiva torneremo con un articolo ad hoc lunedì).
Nei prossimi giorni la documentazione verrà consegnata direttamente dall’ex presidente della Provincia di Pescara alla presidenza del Consiglio dei ministri che determinerà con atti successivi il decreto finale istitutivo.
“Ho sempre creduto – ha detto ancora De Dominicis – che il Parco potesse costituire una grande opportunita’ per un territorio ricco di straordinarie bellezze naturali, storiche ed ambientali e sempre nella consapevolezza che si e’ di fronte ad un territorio fortemente antropizzato con presenze significative di attivita’ economiche su piu’ settori.
Diverso quindi dai classici Parchi montani sul quale quindi avere un approccio piu’ dinamico. Molto ci sara’ da fare, ma sono certo che gli amministratori locali, insieme agli esperti di settore che gestiranno il nuovo Parco Nazionale nella prossima fase, saranno in grado di svolgere a pieno questo compito”.
Un parto travagliato quello della perimetrazione, a 14 anni dalla istituzione del Parco, che De Dominicis ha definito “quella possibile” dopo i confronti serrati con i Comuni, le associazioni ambientaliste, le associazioni di categoria, alla luce dei quali “sono riuscito a definire un disegno di perimetro che e’ la sintesi di posizioni diverse e spesso contrastanti degli attori protagonisti del territorio ascoltati”.
Cosa succederà adesso. Toccherà al Governo accettare la perimetrazione e le documentazioni allegate, arrivando con atti deliberativi alla istituzione definitiva del Parco (per i quali molti auspicano la denominazione di Parco della Costa dei trabocchi che meglio rappresenterebbe un brand). A seguire la nomina del Cda (formato da 8 soggetti, quattro esperti e quattro amministratori) e, quindi l’attivazione delle norma di salvaguardia in attesa dell’approvazione, da parte del Consiglio, del regolamento.
Intanto, si potrà valutare se la nuova area protetta andrà ad incidere anche sulle politiche energetiche che si stanno identificando con la deriva petrolifera dell’Adriatico sotto le 12 miglia, anche se il ministro dell’Ambiente Galletti ha lasciato intendere l’esatto contrario.
L. S.