E’ stata una settimana intensa sul fronte dei bilanci su occupazione e imprese. A partire dallo stato di crisi disegnato dalla CNA in merito alle PMI e a quelle artigiane in particolar modo del settore edilizia che stanno davvero soffocando di fronte a una situazione che si prolunga da troppo tempo. Non da meno sono stati i cosiddetti sindacati confederati, Cgil – Cisl –Uil, che hanno avanzato al presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, una richiesta di istituzione di un tavolo permanente di confronto, allargato anche agli imprenditori e agli artigiani.
Una proposta alla quale il Governatore ha mostrato apertura nel confronto tenuto a Pescara con i sindacati al quale hanno partecipato l’assessore al Bilancio, Silvio Paolucci, il sottosegretario alla Presidenza, Camillo D’Alessandro, il vicepresidente, Giovanni Lolli, l’assessore al Lavoro, Marinella Sclocco e i segretari regionali Gianni Di Cesare (Cgil), Roberto Campo (Uil) e Maurizio Spina (Cisl), ai quali ha snocciolato le cifre a diposizione della Regione per la crescita del tessuto economico e sociale, ma anche i nodi, alla luce dei tagli operati dal Governo nazionale, della riforma del sistema trasportistico regionale e dell’uscita dal commissariamento e la razionalizzazione dei servizi sanitari.
Fondi che, se utilizzati in tempi rapidi, potrebbero dare una boccata d’ossigeno all’economia abruzzese. Nel dettaglio D’Alfonso ha parlato di una dotazione di risorse extra bilancio, ovvero di flussi “comunque consistenti” provenienti dall’Ue e dal Governo, che ha quantificato in 1 miliardo 981 milioni di euro, inglobando nel calderone la programmazione europea 2014/2010, i fondi Fsc (ex Fas), i fondi regione in transizione, il residuo della programmazione europea 2007/2013, il finanziamento per la programmazione di investimenti di edilizia sanitaria ex art. 20 (quelli che dovevano consentire la costruzione di cinque nuovi ospedali in Abruzzo).
Il Presidente ha chiesto ai Sindacati “un confronto produttivo nell’interesse degli abruzzesi e dell’occupazione, a partire dall’allocazione delle risorse su progetti veri e imprese vere, sapendo che il tessuto industriale abruzzese è vivo e lo conferma il dato sull’export”.
D’Alfonso ha poi portato sul tavolo dei risultati tutta la nuova partita della Macroregione Adriatico-Ionica, grazie alle sue attività negoziali, annunciando che a giugno si avrà l’inserimento ufficiale dell’Abruzzo nella dorsale delle reti Ten-T, dopo l’ultima occasione persa a dicembre del 2013. Le reti Ten-T (Trans-european networks – Transport) è l’intero complesso del sistema infrastrutturale dei trasporti in Europa. Si va dalla rete stradale a quella ferroviaria (e qui si potrebbe inserire il discorso dell’alta velocità lungo la riviera Adriatica), dai sistemi fluviali a quelli aeroportuali, per arrivare alle autostrade del mare e ai porti (e il discorso potrebbe interessare anche il porto di Vasto).
Come anticipato, vera nota dolente dell’economia abruzzese è il settore edilizia per il rilancio del quale D’Alfonso ha voluto parlare delle opere che, come da osservatorio dei contratti pubblici, saranno avviate nell’immediato.
Sono, infatti, previsti investimenti per 200 milioni di euro sui depuratori, 90 milioni sulle piste ciclabili, 74 milioni sugli schemi idrici per l’acqua potabile all’utenza, 30,5 milioni per interventi legati ai danni da maltempo.
Il governatore non ha perso l’occasione per attaccare i suoi predecessori ai quali ha rinfacciato il piano dei disavanzi accertati saliti fino a 530 milioni di euro, le 36 mila posizioni di contenzioso, passando per la difficile ricostruzione dei rapporti e della credibilità dell’Abruzzo in ambito comunitario, dopo le inchieste su Ipa-Adriatic.
Al di là di tutto, comunque, la questione da tenere nel mirino è il rilancio dell’economia e la creazione di occupazione, ma anche una lotta decisa agli sprechi. Ecco perché le organizzazioni sindacali hanno chiesto a D’Alfonso un monitoraggio severo sulla qualità e la spesa dei fondi ed il rientro immediato dei disavanzi.
L. S.