Interessanti i dati che emergono dall’ultimo rapporto ISPRA-Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale in merito al consumo del suolo in Abruzzo, che ha raggiunto un valore pari al 5,15 per cento a fronte di una media nazionale del 7 per cento.
Un rapporto che si inverte si si parla di suolo effettivo ovvero al netto delle aree naturali protette quali parchi, fiumi, laghi, boschi.
Dando un’occhiata ai valori inerenti le Province, il consumo più elevato di suolo si registra nella provincia di Pescara (5,1 per cento), seguita dalla provincia di Teramo (5,0 per cento), Chieti (4,5 per cento) e L’Aquila (2,3 per cento). Il consumo del suolo provoca un disturbo ecologico alle aree circostanti.
A livello comunale, la diminuzione del suolo effettivo segue, in parte l’andamento provinciale; i comuni con maggiore diminuzione si trovano nella provincia di Pescara, i comuni con mediamente minore consumo del suolo si trovano nella provincia de L’Aquila.
Andando ad analizzare il dato comunale, balza subito all’occhio come San Salvo sia il terzo comune d’Abruzzo per consumo del suolo con un bel 27,73 per cento, dato inferiore solo a Pescara (38,01 per cento) e Montesilvano (28,30 per cento).
Nell’analisi dell’ISPRA vien rilevata come “la compromissione del suolo arreca danni al clima perché altera la regolazione del carbonio, impedisce, inoltre, di trattenere una buona parte delle acque di precipitazione che defluiscono a valle potenziando da un lato i fenomeni alluvionali e dall’altra la desertificazione. Sebbene la protezione ambientale rappresenti una priorità sancita da accordi internazionali e comunitari, a livello nazionale gli impegni sono stati ampiamente disattesi; tuttavia, la crescente consapevolezza dell’importanza ambientale dei suoli e del territorio, della necessità di contrastarne il progressivo degrado, lascia sperare che nel futuro si adotteranno politiche di conservazione del suolo più efficaci”.