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La Asl chiude i servizi di medicina turistica. Tutti in coda dai medici di base o al Pronto soccorso

La chiusura dei servizi di medicina turistica nelle località balneari di competenza della Asl 02 Lanciano Vasto Chieti ha destato più di qualche protesta. Dopo tanti anni resteranno chiusi anche i servizi sul lungomare Cordella a Vasto Marina e al Palazzetto dello sport di San Salvo Marina con tutte le ripercussioni del caso. Infatti, secondo i verti della azienda sanitaria nel 2014 a Vasto si sono avuti appena 198 interventi in due mesi a Vasto (poco più di tre al giorno), 600 a San Salvo (dieci al giorno) 450 a Torino di Sangro. Numeri (e ultimamente crediamo sia innegabile come si siano fatte scelte meramente basati su di essi) che secondo il direttore sanitario Pasquale Flacco giustificano appieno la decisione assunte in un momento di spending review e di risanamento della Sanità abruzzese.

Ed allora cosa accadrà? Secondo il piano aziendale nelle località di mare (ovvero a San Salvo, Vasto, Casalbordino, Torino di Sangro, Fossacesia e San Vito Chietino) dalle ore 10.00 alle ore 18.00 dei giorni di luglio ed agosto prenderà servizio una ambulanza probabilmente con solo personale paramedico mentre per tutte le operazioni mediche, per le quali soprattutto i turisti si rivolgevano alle sedi turistiche pagando di una tariffa standard nazionale, dovranno essere svolte dai medici di medicina di base, che a Vasto sono tutti dislocati nella città alta. Insomma, l’estate si avvicina e come se non bastassero i problemi il rischio è che si mandi al collasso anche il pronto soccorso dell’ospedale S. Pio da Pietrelcina.

La decisione della Asl non poteva non mandare su tutte le furie il primo cittadino di San Salvo, Tiziana Magnacca, che per prima ha denunciato il fatto.

“E’ una decisione inaccettabile – ha detto – che colpisce indirettamente il turismo nella nostra Città e rappresenta l’ennesimo ed evidente arretramento della sanità nel nostro territorio. Da decenni presso il Palazzetto dello Sport in via Magellano i turisti, i villeggianti o i residenti che si sentivano male potevano usufruire del servizio di emergenza del cosiddetto pronto soccorso estivo. Con una decisione unilaterale, e senza aver coinvolto le Amministrazioni comunali, è stato deciso che non ci sarà più nessuna assistenza medica di prima emergenza”.

Mentre dal Comune di Vasto per ora non vi sono stati commenti né prese di posizione in merito alla questione, è il rappresentante vastese del Movimento 5 Stelle all’Emiciclo, Pietro Smargiassi, ad esprimere un duro parere.
Il consigliere regionale non usa mezze misure. “Apprendo con sconcerto – dice – la decisione della ASL Lanciano Vasto Chieti di non attivare il servizio estivo di medicina generale turistica di urgenza di San Salvo Marina ai cui potevano far riferimento i turisti di quella località.

Tale scelta è l’ennesima mortificazione di un territorio, quello vastese, ormai sempre più abbandonato a se stesso e che di giorno in giorno vede soppressi servizi di prima necessità. Del resto nessuna sorpresa da chi, ormai dallo scorso luglio, ha reso sempre più lontano l’epicentro del potere dal nostro territorio.

Sembrano lontane e vane le parole del Governatore D’Alfonso, in occasione dell’inaugurazione del Centro Culturale Enrico Berlinguer a Vasto, quando trionfante annunciava al pubblico “pagante” che il rilancio di questa regione sarebbe partito proprio dal territorio vastese.

Auspico almeno che l’ambulanza prevista, tra le 10 e le 18, in sostituzione del servizio di medicina generale turistica di urgenza sia del tipo “medicalizzata”, con un medico a bordo quindi.”

Volenti o nolenti, assistiamo, dunque, ad un nuovo atto depauperativo nei confronti dei territori e, soprattutto del vastese, mentre altrove si continua a sperperare. Decisioni penalizzanti che si sommano a tutte le altre registrate in questi anni sciagurati in tutto il vastese, vedasi sedi Enel, guardie mediche, tagli agli ospedali (di posti letto, servizi assistenziali e strutture), e non ultimo uffici postali e uffici territoriali per l’agricoltura, in attesa di conoscere il destino del Centro di ricerca Cotir e del Consorzio di Bonifica Sud.

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