Violazione di domicilio, ma non è una novità. Lorenzo vince per la quarta volta (negli ultimi cinque anni) al Mugello e rovina un po’ la festa tricolore, parzialmente salvata dalla presenza di Iannone e Rossi sul podio. I 100 mila delle colline toscane, giallo-Valentino e rosso-Ducati, avevano apparecchiato la tavola, predisponendo torta e spumante per gli eroi di casa, ma chi stappa dal gradino più alto del podio è ancora lui, il maiorchino della Yamaha. Sul traguardo Jorge precede uno splendido e commovente Iannone, 2° e convalescente alla spalla, e Rossi gran 3° in rimonta, inanellando il suo terzo stagionale successo di fila. Più che modalità ‘martillo’, Jorge è in modalità ‘Highlander’. Indistruttibile è implacabile. Come il ritmo che riesce a tenere sui saliscendi della pista italiana “la mia preferita”, ha sempre detto, che ora lo rilancia prepotentemente nel mondiale, dove è a 6 punti da Rossi.
YAMAHA A DUE FACCE — Si era capito nelle prove che, se sullo sprint il riferimento era la GP15, sulla distanza era la Yamaha numero 99 a essere l’osservata speciale. E così è stato: in testa non dalla prima curva, ma dal primo giro, Lorenzo, – forte di una M1 dotata di un motore nuovo, come Rossi – ha iniziato la sua progressione (1″ di vantaggio al 5° giro, 3″ all’8°, 5″ al 11°), per poi scomparire all’orizzonte. La lotta vera era dietro di lui, con le Ducati e le Honda in lotta, a coppie, per il podio, in un duello serrato che ha visto uno stoico Iannone reggere a lungo – con una spalla infortunata – al ringhiante Marquez, e Pedrosa ritornare protagonista. Rossi è risalito con calma dopo un avvio infelice: 11° al via, 9° al terzo giro, 6° al nono, fino al terzo posto finale. Podio che vale una vittoria per come si era messo l’avvio di gara e che pesa molto in ottica mondiale, considerando la ‘x’ di Marquez, caduto tristemente.
AMAREZZA DOVI E MARQUEZ — Amarezza per Dovizioso, che deve ritirarsi a 9 giri dal termine per noie tecniche sulla sua GP15, gelando la Ducati e le sue aspettative di trionfo sulla pista di casa, e soprattutto per Marquez: non è anno per lo spagnolo della Honda, che dopo un grande avvio (4° al primo, giro, 3° alla staccata successiva, 2° al terzo passaggio) con una impressionate staccata alla prima curva, è caduto. Vittima, forse, più della sua voglia di non accontentarsi (ma era terzo e davanti a Rossi), che degli evidenti, attuali, limiti di gestione della sua moto.
LA GARA — Il via di Iannone è da cannone, ma in poche curve Lorenzo si porta al comando, mentre Marquez inizia la sua rimonta forsennata, costruita da una partenza favolosa e una staccata impressionante alla prima curva. Mentre cade Aleix Espargaro – dura entrata di Petrucci – e Abraham viene punito per partenza anticipata, Lorenzo allunga con il trio Marquez-Dovizioso-Iannone in scia e in duello. Rossi resta nella pancia del gruppo con già 5″ di ritardo dopo pochi giri e annaspa, salvo ritrovare lo smalto e riavvicinarsi insieme a Pedrosa. Lotta e staccate, con Iannone che vende cara la pella, Dovizioso che deve alzare bandiera bianca e Marquez che esagera, sdraiandosi per aver, forse, preteso troppo dalla sua indomabile Honda mentre era in lotta per il podio. Rossi risale fino al podio, mentre Crutchlow cade rovinosamente all’Arrabiata. Il trionfo è tutto per Lorenzo, davanti a un grande Iannone e Rossi. 4° Pedrosa. Plauso per Pirro e Petrucci, rispettivamente all’8° e 9° posto con la Ducati.