Di uomini venuti da lontano che abbiano fatto bene se ne contano davvero pochi in quest’ultimo scorcio di storia, a parte Papa Francesco. Uno di questi e’ certamente il dott. Arch. Pino De Dominicis, già presidente in quota centrosinistra della Provincia di Pescara ed oggi commissario ad acta del Parco della Costa Teatina, il quale ha nei giorni scorsi deciso di chiudere il pacchetto della perimetrazione del territorio della costituenda area protetta sulla costa in totale spregio e noncuranza delle popolazioni locali. Quest’uomo venuto da lontano ha in pratica deciso dove e come si possa utilizzare un territorio di 10.528 ettari, di cui 1600 ricadenti in agro di Vasto, senza portare preliminarmente il suo piano all’esame dei cittadini e dei consigli comunali degli enti interessati che si sono visti espropriati quindi di ogni potere di autodeterminazione persino in casa propria. La vicenda ha dell’inverosimile e chiama in causa la politica locale – quella Vastese innanzitutto – che dinanzi ad un atteggiamento tanto lesivo dei diritti e degli interessi delle popolazioni non ha fatto sentire la sua voce e non ha pronunziato una sola parola di riprovazione. Fa specie soprattutto che essa si perda in inutili quanto sterili polemiche ed in funambolismi dialettici fini a se stessi perdendo di vista la realtà delle cose, e cioè che sono altri a decidere per queste zone ed in maniera decisamente non consona alle loro vocazioni naturali ed economiche. Mi auguro sinceramente che nelle prossime ore l’attenzione delle forze politiche e delle istituzioni locali, in primis il Comune di Vasto, chiedano di avere la possibilità di valutare e di esprimere un parere sulla perimetrazione del Parco della Costa Teatina e sui criteri alla base delle scelte operate dal commissario ad acta.
Peppino Tagliente
Peppino Tagliente