Non siamo certamente a livello di Isis, i cui miliziani distruggono statue e reperti archeologici che per l’umanità hanno un valore inestimabile. Ma quello che sta accadendo all’interno della chiesetta di Sant’Antonio Abate, in Vasto, suscita perplessità e malumori negli abitanti del quartiere. La chiesa di Sant’Antonio Abate è nel cuore dei Vastesi, in modo particolare dei residenti nella zona alta della città. Sede della parrocchia di Santa Maria del Sabato Santo sino a qualche anno fa, attualmente vi si celebrano Sante Messe nei giorni festivi ed in altre ricorrenze particolari. Anche oggi che non è più sede di parrocchia, la chiesa è molto frequentata perché ha un valore votivo e affettivo notevole, soprattutto per quei fedeli che, negli anni passati, l’hanno sempre curata con amore. La chiesa, edificata su terreno tratturale e quindi dello Stato, risale al 1600 ed è stata successivamente restaurata nel 1800. È sottoposta a tutela della Sovrintendenza ai beni architettonici d’Abruzzo anche per la presenza di un muro romano. Ciò significa che qualsiasi intervento di modifica dell’esistente, anche di piccolissima entità, deve essere sempre preventivamente autorizzato dagli appositi organismi di tutela.
La scorsa settimana abbiamo ricevute numerose telefonate da tanti nostri lettori. Nella chiesa – ci hanno informato – sono stati effettuati lavori che avrebbero trasformato l’esistente. Scelte discutibili e comunque maldigerite da tanti. Soltanto per fare un esempio: una caratteristica nicchia in mattoni posta sopra l’altare maggiore è stata tolta. E sarebbe stato pure sradicato un blocco di pietra, collocato altrove. Ora è legittimo porsi qualche domanda: la Curia arcivescovile di Chieti è stata messa a conoscenza di questi lavori? È stata chiesta l’autorizzazione alla Sovrintendenza alle Belle Arti? Esiste un’autorizzazione da parte degli organismi competenti ad effettuare opere di modifica, oppure tutto è stato deciso autonomamente dal nuovo parroco? E al Comune ne sanno qualcosa? Come già detto, ci interessiamo della chiesa di Sant’Antonio Abate anche perché sollecitati da tanti fedeli del quartiere che ci hanno chiesto di sottoporre agli organi tecnici della Sovrintendenza i suddetti quesiti. Noi lo facciamo volentieri con questo articolo. Sperando che qualcuno ci risponda.