È stato ancora una volta un coro di no quello che si è levato dall’incontro promosso da Forza Italia questa mattina sulla ormai tanto discussa Perimetrazione del Parco della Costa teatina depositata a Roma dal commissario ad acta Pino De Dominicis. All’Hotel Palace della Marina c’era l’on. Fabrizio Di Stefano ed al suo fianco i suoi fedelissimi locali Tiziana Magnacca, sindaco di San Salvo, ed Antonio Monteodorisio, consigliere comunale di Vasto. Al tavolo anche l’ex sindaco di Vasto Antonio Prospero e il capogruppo di FI nell’Aula Vennitti Guido Giangiacomo, mentre in prima fila si è rivisto anche l’ex presidente del Consiglio regionale Giuseppe Tagliente e l’assessore al Turismo di Scerni Daniele Carlucci.
Un incontro dal quale è emerso un sentito “no al Parco se è un cattivo Parco”. E le ragioni per considerarlo tale sono state racchiuse anche nel manifesto dell’evento sul quale erano riportate queste perplessità
– disegnato tenendo conto di una cartografia del Genio militare del 1958
– individuando un territorio senza alcun tipo di criterio scientifico
– realizzato senza sentire i cittadini e gli amministratori locali.
Per Fabrizio Di Stefano “vi è confusione in regione e nel governo come emerge nella risposta alla mia interrogazione” al ministro Galletti dello scorso 9 aprile in un question time. “I fondi a disposizione di tutti i parchi nel territorio nazionale – ha detto – sono circa 40 milioni di euro quindi circa 200 mila euro a Parco una miseria per far funzionare la macchina amministrativa… forse solo per pagare lo stipendio al Commissario”.
Ed è proprio sulla nomina di Pino De Dominicis “sui compiti assegnati e gli strumenti che aveva per realizzare questo compito e su eventuale elemento ostativo tra la il Parco e le strutture performative della costa di questa provincia come Ombrina Mare” che il parlamentare forzista chiede di fare chiarezza, ribadendo che le decisioni del commissario De Dominicis non hanno potere derogatorio rispetto al parere della Regione e della Conferenza unificata.
“Questa perimetrazione è assurda – ha sottolineato Di Stefano – perché è stata fatta su una carta geografica che risale al 1958 tanto, solo per fare un esempio, che a Ortona l’ospedale diventa così un bene da vincolare questo perché nel 1958 stava in un’altra zona”.
L’onorevole ha parlato anche della possibilità di un esposto alla Procura della Repubblica per dirimere i dubbi che si stanno accumulando circa l’operato del commissario soprattutto “perché non c’è una linearità nella definizione dei confini ma ci sono curve e rientranze con terreni che entrano ed escono come d’incanto, insomma un tracciato poco definito. C’è stato qualche intervento specifico atto a valutare in maniera differente il territorio”.
Nella parole del leader forzista echeggia con forza la convinzione che quella di De Dominicis è “una proposta che uccide la costa dei trabocchi. “Adotteremo qualsiasi strumento per fermare questo Parco – annuncia Di Stefano – Cosa intendiamo fare? Ciò che finora non ha fatto il commissario: convocheremo i soggetti attivi del territorio, tutte le categorie che hanno competenze su questo territorio per capire cosa ne pensano, non si può vincolare un territorio così antropizzato da Ortona a San Salvo senza rendersi conto delle realtà esistenti”.
Non è mancata la voce degli amministratori locali, a cominciare da quella di Tiziana Magnacca, che ha esternato la preoccupazione degli amministratori locali: “De Dominicis ha avuto la capacità di mettere tutti i sindaci d’accordo contro la sua perimetrazione”.
“Abbiamo invitato De Dominicis a desistere – ha aggiunto il primo cittadino sansalvese – perché è pericolosissima per il nostro territorio perché illogica, fuori da ogni dettato normativo oltre a essere scriteriata. Perimetrazione che ci è stata consegnata nel corso di un incontro in regione su un cd in maniera tale che non potessimo nemmeno commentarla in quell’occasione. Operazione che è passata sulle teste degli amministratori locali dando una falsa rappresentazione della realtà come ad esempio inserendo addirittura parti del porto di Vasto”. Questo perché, ha evidenziato la Magnacca, De Dominicis ha scelto in modo grave di non recepire le indicazioni dei singoli Comuni e la perimetrazione si discosta pesantemente da quanto approvato dai vari Consigli comunali.
Il sindaco di Villalfonsina Mimmo Budano è dispiaciuto per essere stato inserito nell’attività propedeutica all’elaborazione del Piano per poi non aver avuto la possibilità di dare il proprio contributo: « La nostra non è una contrarietà ideologica, ma avverso il metodo di lavoro – ha detto – Non c’è stato alcun confronto né alcuna risposta su: perimetrazione, governance e gestione della struttura Parco. Questo non è il Parco della costa teatina ma il parco a tutti i costi. Si porta avanti una proposta senza guardare le istanze dei sindaci e portatori di interesse”.
A Budano ha fatto eco il vice-sindaco di San Vito Chietino Lorenzo Staniscia, che ha ribadito la confusione burocratica che si è generata e la contrarietà del proprio comune e di Rocca San Giovanni a questa ipotesi di parco: “Il territorio che vi è compreso è stato delimitato dai tecnici dell’ufficio urbanistico della Provincia di Chieti – ha detto – e De Dominicis non ci ha messo nemmeno mano. Se ci si limiterà alla sola adozione del Parco per mancanza di fondi per anni non si potrà toccare nulla nelle parti comprese nel parco e si andranno finanche a bloccare gli Uffici tecnici”.
Non è mancato anche l’intervento di Guido Giangiacomo, consigliere comunale di Vasto, ha evidenziato come l’amministrazione comunale vastese è contraria a questa perimetrazione, ma non alla istituzione Parco anzi accelereranno la sua istituzione in quanto strumento di valorizzazione moderna del turismo. L’attuale amministrazione – ha accusato il capogruppo forzista nell’Aula Vennitti – ancora non si rende conto a cosa sta andando incontro poiché la città di Vasto non conosce la vera perimetrazione e i vincoli. Non hanno nemmeno capito l’impatto negativo che potrebbe avere”.
Nino Di Fonzo, consigliere comunale di Torino di Sangro, ha ricordato il personale impegno in Consiglio con l’approvazione all’unanimità di un documento contro il Parco.