Ultimatum della Cgil alla Regione. «O si organizza un incontro o si va alla serrata». Le precarie condizioni gestionali del Consorzio di bonifica Sud denunciate più volte dai sindacati accompagnate da iniziative di protesta dei lavoratori, vengono ribadite da Ada Sinimberghi (Cgil). I dipendenti dell’ente aspettano da dieci mesi lo stipendio. Molti di loro sono depressi e preoccupati. Inutile cercare di farli parlare. Temono che lo sfogo possa essere controproducente. Si affidano ai sindacati.
«Le loro difficoltà sono incredibili», conferma Ada Sinimberghi che da anni si batte per i lavoratori, «le motivazioni dello stato di agitazione proclamato il 6 giugno scorso da Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uilbi-Uil sono state comunicate già da tempo al commissario Sandro Annibali nominato dalla giunta regionale a novembre. Le stesse motivazioni sono state ribadite alla consulta composta dalle associazioni degli agricoltori, alla direzione e all’assessore regionale all’agricoltura, Dino Pepe. Abbiamo chiesto un incontro: non abbiamo ricevuto risposta. Vogliamo sapere dal commissario se almeno ha un’idea su come gestire la crisi, come risolverla e come permettere ai lavoratori di riscuotere gli stipendi che toccano loro di diritto», afferma Sininberghi. L’agitazione per la mancata erogazione degli stipendi ai dipendenti è l’ultima goccia di un mare di problemi che attanagliano il Consorzio, in primis assenza di strategie capaci di dare prospettiva e soluzione alla pressante situazione in cui versa il Consorzio che non dà garanzie alle funzioni delegate, ai servizi utili al normale svolgimento dell’attività consortile, necessaria per le attività agricole e per la tutela del territorio.
«Torniamo a chiedere al commissario, all’assessore regionale all’agricoltura un confronto sulle prospettive e sul ruolo che la Regione intende proporre per il futuro dell’ente», dice Sinimberghi. Fin qui i sindacati. Ma molti operatori del settore chiedono chiarezza anche sui finanziamenti ottenuti dall’ente prima delle elezioni regionali. Il 30 maggio 2014 il ministero delle Politiche agricole aveva finanziato tre progetti presentanti dall’ente per lo sfruttamento dell’energia idroelettrica del territorio. I tre progetti riguardano gli impianti di Chiauci, del Trigno e di Paglieta, in Val di Sangro. Il ricavo complessivo annunciato era di 1 milione 290mila euro annui. Dagli appalti affidati in concessione in base alle royalties, l’ente avrebbe potuto contare su 300mila euro annui. Che fine hanno fatto i finanziamenti annunciati in
conferenza stampa specificando che il primo impianto sarebbe sorto in contrada Bufalara a Cupello. L’importo previsto era di 931.836 euro. Il secondo impianto è in località Piano Mulino sul Sangro. L’importo, 2.242.299 euro. Il terzo impianto infine è a Chiauci per un importo di 999.777 euro.
Paola Calvano (il centro)