Sono stati i saluti dell’assessore Nicola Tiberio, a nome dell’Amministrazione comunale, e di Angelo Bucciarelli, per quello di Vastoviva che ha organizzato l’evento, ad aprire l’interessante incontro, moderato dall’on. Maria Amato, con la presenza del noto giornalista Luciano Onder e del presidente dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo, Stefano Pallotta.
Nel suo discorso introduttivo, Maria Amato, che prima di divenire parlamentare è primario di Radiologia al S. Pio da Pietrelcina di Vasto, ha voluto ringraziare gli operatori, le associazioni e i possibili fruitori per la loro presenza all’evento, dedicando un breve passaggio proprio al nosocomio vastese che “continua a mantenere il suo livello nonostante i momenti di grandi difficoltà solo grazie all’affezione al proprio lavoro e alla dedizione di chi vi opera”.
Sui motivi di un tale convegno il medico ha precisato come “la cultura sanitaria mi sta veramente a cuore e può essere cambiata soltanto facendo massa critica”. “L’informazione – ha aggiunto – deve essere corretta ed oltre ad avere contenuti deve essere in grado di renderli spiegabili alla gente in maniera accattivante”.
La Amato se l’è presa con il fatto che “fa notizia il caso ma non la quotidianità nella cronicità” ribadendo la necessità di ospedali fatti bene e sicuri (ma anche pochi e di altissimo livello in un piano che preveda un sistema emergenziale capillare) in un sistema sanitario come quello italiano che funziona.
Alla presenza di Camillo D’Alessandro, Mario Olivieri, Antonio Prospero, Eugenio Spadano e del gotha del giornalismo vastese, Luciano Onder, volto notissimo del giornalismo dedicato al mondo della salute per 34 anni conduttore di Tg2 Medicina 33, ha subito chiarito che “l’informazione che il cittadino sente in tv o legge sui giornali è un modo per difendere la propria salute”.
“L’informazione biomedica – ha aggiunto – è molto importante perché da lei dipende lo stile di vita, la diagnosi precoce e tanto altro ed un cittadino ben informato da quell’informazione trae soltanto vantaggi”. Onder ha ricordato gli effetti benefici dell’informazione, ma anche della comunicazione, sanitaria ad esempio sul contenimento della diffusione dell’Aids e sull’abbattimento del numero di fumatori (e, conseguentemente dei tumori polmonari) evidenziando due pilastri che coniugano il rapporto informazione-utenza, ovvero “non morire di ignoranza” e “se lo conosci lo eviti”.
“L’informazione ben fatta nel settore della medicina ci difende dalle malattie dandoci uno strumento in più”, ha affermato il giornalista ex RAI ed oggi Mediaset, citando, poi, due esempi di cattiva informazione come un articolo del Time, in cui si metteva in copertina un ricciolo di burro con il titolo “mangia burro”, o le parole di Beppe Grillo contro la mammografia, che secondo Onder sarebbero state suggerite consequenzialmente a un articolo del Corriere della sera del 30 gennaio 2014.
In ambedue i casi Onder ha parlato di giornalismo diseducativo e sbagliato, in quanto “l’informazione medica ha una dimensione etica, sociale e pedagogica che nessun’altra ha e ce n’è bisogno in maniera enorme”, tant’è che ha richiamato la necessità di formazione per i giornalisti che vogliano occuparsi di scienza e medicina e di avere redazioni che contemplino tali figure.
Appello al quale ha inteso rispondere il presidente dell’OdG d’Abruzzo, Stefano Pallotta: “i giornalisti non si possono formare perché sono ridotti al lumicino e in una condizione di permanente precarietà”. Tant’è che le annunciate presenze di Mauro Tedeschini (direttore del quotidiano Il Centro) e Andrea Taffi (caporedattore del quotidiano Il Messaggero) – aveva già chiarito Maria Amato – sono mancate proprio per motivi redazionali in quanto nessuno avrebbe potuto sostituirli.
Proprio per questi motivi Pallotta è tornato a sottolineare come “l’informazione deve essere un problema dell’intera società a cominciare dalla politica che presto non avrà più nessun megafono”. “La politica – ha detto Pallotta – ha scoperto i social media e salta l’informazione, ovvero è saltato per questo lo schema lineare tra politica, intermediazione giornalistica e pubblico propendendo verso una probabile banalizzazione del tutto”.
Tornando all’invito e alle parole di Onder ha evidenziato come “su queste basi ho qualche dubbio sul livello pedagogico dell’informazione. I giornalisti non sono obbligati a educare o diseducare nessuno”. Ed ancora: “come si fa a dedicare una redazione a scienza e medicina se non ci sono che crisi e la prima cosa che si taglia sono proprio scienza e cultura, oltretutto in un momento in cui si chiede di fare formazione professionale senza soldi a disposizione?”
Luigi Spadaccini
(spadaccini.luigi@alice.it)