I soldi ci sono, mancano le autorizzazioni. Resta al buio la pista ciclabile di Vasto Marina, rimasta priva di illuminazione a pochi mesi di distanza dalla sua inaugurazione a causa del danneggiamento dei settanta lampioncini che erano stati installati lungo il percorso. L’amministrazione comunale, che ha destinato una parte dei proventi ricavati dalla vendita della farmacia comunale Histonium (150mila euro) all’adeguamento della pista, si è vista sbarrare la strada dalla Sovrintendenza che ha richiesto la Via, cioè la Valutazione d’incidenza ambientale. Trattandosi di un percorso realizzato all’interno di una riserva naturale e di un’area Sic (Sito di interesse comunitario), caratterizzata dalla presenza di un rarissimo ambiente dunale messo a dura prova dalla presenza di alberghi, residence e stabilimenti balneari, l’ente preposto alla tutela dei beni paesaggistici vuole sincerarsi che la posa in opera di pali della luce alti quattro metri non compromettano lo stato di conservazione del prezioso habitat.
Il problema vero è che il Comune non ha altra scelta: scartata l’ipotesi d’installare i lampioncini bassi – che hanno evidenziato tutta la loro vulnerabilità anche a causa dei ripetuti atti vandalici – l’ente ha ripiegato su pali più alti che offrono maggiori garanzie di resistenza. Ma su questo la Sovrintendenza è stata categorica: serve la Via. In caso contrario la pista è destinata a restare al buio.
Nel frattempo, proseguono i lavori per la messa in sicurezza della pista ciclabile che nel tratto a sud del percorso, quello che si ricollega al territorio di San Salvo tramite un ponticello di legno, presenta insidie e pericoli costeggiando un fossato privo di barriere protettive. Per evitare incidenti quel tratto è stato chiuso con delle transenne e ora sono in corso i lavori per la sua messa in sicurezza.
Resta il problema di fondo delle ristrette dimensioni della carreggiata e dell’uso promiscuo – pedoni e biciclette – che qualcuno vorrebbe risolvere con la creazione di un apposito camminamento previsto nel progetto originario, ma già a suo tempo bocciato dalla Sovrintendenza per evitare danni ambientali: la pista costeggia infatti un habitat sottoposto a tutela da leggi nazionali e comunitarie.
Anna Bontempo