Nel corso di questi mesi si è molto parlato del fatto che il Parco della Costa teatina avrebbe costituito uno dei pochi esempi di aree protette nate non per tutelare delle specie particolari, ma per un aspetto naturalistico uniforme e per unire tutte le varie zone protette da leggi regionali, nazionali e europee. Il lungo pezzo che riportiamo integralmente qui in calce ci parla, però, di una realtà parzialmente di versa, perché, pur perseguendo gli obiettivi appena citati, la perimetrazione racchiude anche una vastità di tipologie animali e floristiche ricomprese nei più importanti documenti di tutela internazionali.
A redigere il pezzo è Fernando Di Fabrizio, Presidente di Legacoop Abruzzo nonché della coop Cogecstre che gestisce la riserva di Punta Aderci, Di Fabrizio che non si lascia peraltro scappare l’occasione di ribadire come “Legacoop Abruzzo sostiene lo sviluppo sostenibile e la tutela ambientale, dalla rete delle aree protette della costa teatina al Parco Nazionale dei Trabocchi”. Ecco la sua chiave di lettura.
“Il Sistema delle Aree Protette della Costa Teatina è rappresentato da una rete ecologica che oggi comprende alcune importanti aree protette istituite dalla Regione Abruzzo con leggi specifiche di tutela e conservazione ambientale. Si tratta della Riserva di Punta Aderci (nel Comune di Vasto con una superficie di 285 ha, ricompresa nel sito SIC IT 7140108 “Punta Aderci Punta della Penna”), della Riserva “Lecceta di Torino di Sangro” con una superficie di 175 ha, area SIC IT 7140107 Lecceta litoranea di Torino di Sangro e foce del fiume Sangro, di 4 Riserve Regionali istituite con legge regionale n. 5 del 30 marzo 2007 (Grotta delle Farfalle, Punta dell’Acquabella, Ripari di Giobbe, Marina di Vasto). Il sistema comprende inoltre un giardino botanico di importanza regionale (San Salvo) e numerose stazioni dove sono segnalate specie vegetali in lista rossa IUCN, e il sito “San Giovanni in Venere” nel Comune di Fossacesia, per una superficie di 58 ha, al quale si applica il regime di protezione proprio delle riserve naturali istituite con la citata legge 5/2007.
L’area protetta di Punta Aderci è la prima riserva istituita in Abruzzo nella fascia costiera, perciò rappresenta un progetto di tutela di un raro ecosistema con un progetto di sviluppo sostenibile che negli ultimi anni ha ottenuto importanti riconoscimenti a livello nazionale come “una delle spiagge più belle d’Italia”. Nella costa teatina, con la Rete Natura 2000, l’Unione Europea ha istituito alcune aree SIC (Siti di Interesse Comunitario) sovrapponendo alle riserve naturali i nuovi vincoli di tutela ambientale.
L’Unione Europea ha istituito i siti SIC per contenere la perdita di biodiversità e favorire la conservazione delle specie vegetali e animali in pericolo. Gli habitat più minacciati, secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, sono le spiagge, le foci e gli alvei dei fiumi, i boschi planiziari, la macchia mediterranea, i coltivi, le siepi e le fasce alberate.
In questo panorama il piccolo corridoio verde della costa teatina nella Provincia di Chieti, rappresenta un elemento di pregio per la “tutela e la valorizzazione della costa” come previsto dal Quadro di Riferimento regionale nel tratto litoraneo del tracciato dismesso delle Ferrovie dello Stato.
La fascia costiera individuata come area soggetta a vincolo idrogeologico è meritevole di valorizzazione ambientale come stabilito dal Piano Regionale Paesistico con funzione di salvaguardia contro la cementificazione e di controllo sulla efficacia dei depuratori.
La costa teatina contiene molti degli ambienti litoranei adriatici e ciò costituisce criterio fondamentale per la sua protezione (UNESCO, 1974). Si tratta di un territorio ricco di emergenze ecologiche e paesaggistiche, che accoglie gran parte della popolazione e delle attività economiche della Provincia, attraversato da un’importante via di comunicazione. Il Sistema delle aree protette della Costa Teatina si presta come valorizzazione del litorale con ripercussioni positive sui centri limitrofi come occasione di integrazione fra tutela dell’ambiente e sviluppo economico, che permetta il mantenimento delle attività tradizionali di utilizzo e sviluppo di nuove forme di fruizione del territorio, con una pianificazione ambientale indirizzata alla sostenibilità delle attività antropiche.
Nella costa teatina si contano 40 comunità vegetali, di cui 29 associazioni e 11 aggruppamenti di cui alcuni rari. Studi floristici hanno evidenziato che la flora costiera psammofila in Abruzzo e nell’Italia centrale conta fino a 341 entità e presenta un numero elevato di specie rare incluse nelle Liste Rosse Regionali con lo status di tutela secondo le categorie IUCN: delle 41 presenti in tutta la costa abruzzese rientranti nelle Liste rosse, ben 39 specie sono presenti sul litorale teatino tra cui alcune ormai quasi estinte in natura come il falasco (Cladium mariscus) ed il finocchio acquatico di Lachenal (Oenanthe lachenalii C.C. Gmel.); le specie gravemente minacciate come la camomilla marittima (Anthemis marittima L.), il centauro acuminato (Blackstonia acuminata W. D. J. Koch & Ziz Domin subsp. acuminata), il giglio marittimo (Pancratium maritimum L.) e il poligono marittimo (Polygonum maritimum L.), le specie vulnerabili quali l’assenzio litorale (Artemisia caerulescens L. subsp. caerulescens), il cisto di Montpellier (Cistus monspelliensis), e quelle a minor rischio come la cornetta di Valenza (Coronilla valentina L.) e il gramignone delle bonifiche (Puccinellia fasciculata Torr. E.P. Bickell). Il Sistema della costa teatina annovera ambienti costieri (Punta Aderci, Marina di Vasto), residui di macchia mediterranea e garighe (fosso delle Farfalle), e comprende anche, fino a 3-6 km dalla costa, boschi litoranei (Lecceta di Torino di Sangro) e gli ultimi lembi di foresta ripariale (bosco di Mozzagrogna, i boschi riparali sul fiume Osento e la riserva del Bosco di Don Venanzio).
Alla ricchezza floristica e di habitat, intesi come comunità vegetali, corrisponde una eguale ricchezza faunistica con specie di grande valore naturalistico. Sono segnalate 310 specie di Vertebrati. Delle 14 specie di Pesci ossei ben 4, alborella (Alburnus albidus), barbo (Barbus plebejus), rovella (Rutilus rubidio) e cobite (Cobitis taenia) sono incluse nell’Appendice 3 della “Convenzione di Berna” e nell’Appendice 2 della Direttiva “Habitat”. Tra le 6 specie di anfibi 3, tritone crestato (Triturus carnifex), tritone italiano (Triturus italicus) e rospo smeraldino (Bufo viridis) sono incluse nell’Appendice 2 della “Convenzione di Berna” e della Direttiva “Habitat” e 1 (Triturus italicus) inclusa nell’Appendice 3 della “Convenzione di Berna”. I rettili sono presenti con 12 specie di cui 6, testuggine palustre europea (Emys orbicularis), lucertola muraiola (Podarcis muralis), lucertola campestre (Podarcis sicula), biacco (Hierophis viridiflavus), colubro di Esculapio (Zamenis longissimus) e natrice tassellata (Natrix tessellata) incluse nell’Appendice 2 della “Convenzione di Berna” e nell’Appendice 4 della Direttiva “Habitat”; 1 (Emys orbicularis) inclusa nell’Appendice 2 della Direttiva “Habitat”; 4, geco comune (Tarantola mauritanica), colubro di Riccioli (Coronella girondica), natrice dal collare (Natrix natrix) e vipera comune (Vipera aspis) incluse nell’Appendice 3 della “Convenzione di Berna”; 1, la testuggine terrestre (Testudo hermanni) inclusa nell’Appendice 4 della Direttiva “Habitat” nonché nell’AII della CITES. Sono citate 16 specie di mammiferi di cui 10 nell’Appendice 2 della “Convenzione di Bonn” e nell’Appendice 4 della Direttiva “Habitat”; Si contano inoltre 262 specie di uccelli, gran parte delle quali incluse nella Legge 157/92, nell’Appendice 3 e nell’Appendice 2 della “Convenzione di Berna”; nell’Appendice 2 della “Convezione di Bonn”; nell’AII A e B della CITES. Tra gli uccelli inoltre 116 sono le specie nidificanti (su 160 nidificanti in Abruzzo) mentre 233 sono le specie migratrici (regolari o irregolari) segnalate.
E’ chiaro che in questo panorama scientifico l’Istituzione dell’atteso piccolo Parco Nazionale della Costa Teatina ha lo scopo di “ricucire” le numerose aree già vincolate dalle leggi regionali e comunitarie per offrire al vasto pubblico un nuovo modello di sviluppo capace di valorizzare il territorio partendo dalla conservazione degli ecosistemi per offrire soprattutto ai giovani una possibilità di lavoro nel campo turistico ricettivo e agro-alimentare di qualità. Legacoop sostiene un modello economico capace di offrire non solo una nuova occupazione stabile ma anche la qualità della vita dei residenti, evitando ulteriori danni al territorio con interventi di rovinosa aggressione di edilizia privata che ha compromesso ampi tratti della costa adriatica. Il Parco della Costa teatina concepito con moderni criteri di attuazione può essere il nuovo modello di equilibrio socio-economico da consegnare alle prossime generazioni”.