Si terrà domenica 23 agosto alle ore 21.15 nella Villa Comunale di Vasto, la proiezione del documentario ‘Nero d’Italia’. In un periodo nel quale si necessita di una maggiore riflessione e di un maggior interesse verso l’ambiente, soprattutto in relazione a ciò che sta accadendo in Italia, questa domenica sarà possibile conoscere la storia di una Regione, la Basilicata, che, pur avendo una vocazione agricola e turistica, si è vista penalizzata senza un adeguato ritorno in termini di sviluppo.
Con la presenza di Fabrizia Arduini (referente energia per il WWF Abruzzo), Lino Salvatorelli (Arci Vasto), Eduardo Grumelli (referente Possibile) ed altri graditissimi ospiti, vi saranno interventi e discussioni inerenti un tema che risulta essere attuale quanto urgente, ovvero il progetto Ombrina che sembrerebbe essere in procinto di decollare malgrado il dissenso manifestato dai cittadini abruzzesi.
Per l’organizzazione dell’evento “attualmente, però una speranza c’è ancora. Si è attivata da diverse settimane una raccolta firme per arrivare alla possibilità che ci siano dei referendum in concomitanza con le elezioni amministrative!
Due sono i quesiti riguardanti il decreto Sblocca Italia :
– Riconversione ecologica dell’economia: Eliminazione delle trivellazioni in mare;
– Riconversione ecologica dell’economia: Eliminazione del carattere strategico delle trivellazioni.
Due speranze ancora aperte da prendere in considerazione, per evitare che quanto accaduto altrove, possa ripetersi anche nella regione Abruzzo.
Un incontro per riflettere e per far riflettere, con l’aiuto delle immagini, delle testimonianze, raccolte nel lavoro della Castellano nel documentario che verrà presentato a Vasto per la prima volta”.
IL DOCUMENTARIO. Un viaggio in Basilicata tra le valli del petrolio, quello presentato dall’autrice Valeria Castellano che mette in luce come, ormai, la strategia petrolifera non rechi sicurezze di benefici. Il caso della Basilicata- dove l’estrazione del petrolio ha portato ben poco guadagno per lo Stato e per le popolazioni locali portando, invece, disagi, inquinamento e sospetti sulla salute pubblica- evidenzia e sottolinea maggiormente questo aspetto. Proprio in questo aspetta si concentra il focus su cui si incentra il documentario di Valeria Castellano, attraverso interviste ai protagonisti (cittadini, agricoltori e attivisti) e recupero di materiali visuali provenienti sia da altri film sia dagli archivi dell’ENI che, nel corso della sua esistenza, ha dedicato molta attenzione alla comunicazione, anche attraverso l’istituzione di un ufficio cinema che ha finanziato importanti registi come Francesco Rosi e Ioris Ivens.
Oltre a mettere in luce questi aspetti, Nero d’Italia presenta e descrive i danni ambientali che si sono registrati nella regione dopo l’inizio delle trivellazioni e la difficoltà a certificare ufficialmente il nesso tra estrazione e inquinamento anche a causa delle contiguità tra le istituzioni deputate al controllo e le società petrolifere che estraggono greggio pagando tasse bassissime o, addirittura, nulle. E così una regione a vocazione agricola e turistica si è vista penalizzata senza un adeguato ritorno in termini di sviluppo. Più che una fotografia o un’inchiesta giornalistica,‘Nero d’Italia’ risulta essere un tentativo volto a far rivivere attraverso le parole, le immagini e musiche, le storie di chi vive all’ombra delle trivelle.