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Il ministro Marianna Madia ha aperto la Festa de L’Unità sulla comunicazione

E’ partita ieri pomeriggio la quattro giorni dedicata alla comunicazione con la Festa de L’Unita’ promossa dal Pd. Guest star dello starting event e’ stato il ministro per la Pubblica Amministrazione e la semplificazione amministrativa Marianna Madia.

E’ stato il primo cittadino Luciano Lapenna a riceverla a Palazzo di Citta’ e dopo i convenevoli del caso l’incontro con gli amministratori locali e la stampa nell’aula consiliare. Il sindaco non si e’ lasciato scappare l’occasione di un breve intervento nel quale ha sottolineato molte criticita’ cui gli enti locali devono far fronte quotidianamente.

Ed ha parlato senza peli sulla lingua partendo dalla legge di riforma messa a punto dalla stessa Madia. “Dopo dieci anni di sindacatura evidenzio i tre nodi fondamentali che, a mio avviso – ha detto Lapenna – rendono impotente il sindaco di una citta’ che, a differenza di quanto viene fatto credere da una non corretta informazione, non ha potere decisionale, ma e’ costretto a muoversi tra mille ostacoli e trappole regolamentari, legislative e contabili“.

‘Il sindaco – ha aggiunto – dovrebbe occuparsi della programmazione e non della gestione. Nel comune grande il vero padrone della pratica e’ il funzionario o il dirigente“, figure di cui ha condannato l’inamovibilita’ cosi’ come ha criticato le norme contrattuali ipergarantiste per il personale della P. A.

Non ha evitato di parlare dinanzi alla Madia di quanto sta accadendo in comune. “In questi giorni i miei dipendenti iscritti ad alcuni sindacati, anche autonomi, sono in agitazione per il riparto della produttivita’ dato con criteri definiti con i sindacati, ma da alcuni di essi oggi contestati, perche’ si e’ cercato di valorizzare il merito e penalizzare le assenze”.

Infine Lapenna ha acceso i riflettori su quello che ha definito “il ricatto delle forze politiche che hanno contribuito alle elezioni del sindaco“.

Insomma “lo strapotere della burocrazia che si esercita con i dirigenti d i funzionari, l’ipergarantismo sindacale con contratti di lavoro che non lasciano spazio a decisioni che a volte devono essere celeri e immediate, il potere immenso dei padroni delle liste con rapporti di forza tra maggioranza ed opposizione di poche unita’” per Lapenna “oggi bloccano la buona volonta’, la passione e la voglia di cambiamento di molti sindaci”.

Discorso che il ministro Madia ha definito “molto concreto e con poco politichese nel quale si e’ sentita l’esperienza che si e’ vissuta”. E la giovane 35enne componente il governo Renzi ha inteso subito richiamare alle proprie responabilita’ il Partito Democratico “che deve assumere un impegno sempre piu’ deciso nella valutazione delle candidature e nel rompere le filiere“.

Parlando della riforma portata avanti sulla P. A. ha chiarito che “punta sulla semplicità e sulla rivoluzione digitale e deve riuscire a dare ai cittadini i servizi della quotidianita’ e deve semplificare la vita agli imprenditori che vogliono fare investimenti per la crescita e il progresso del territorio”.

Non ha lesinato qualche stilettata a Brunetta e compagni, rei di aver disegnato una figura del dipendente pubblico come di uno scansafatiche e un quadro dal quale emerge l’impossibilita’ di cambiare lo stato delle cose. ‘Per cambiare – ha detto la Madia – ci vuole un patto tra la collettivita’ diffusa degli amministratori locali. Solo cosi’ potremo passare da uno stato di ricatto permanente ad uno di cambiamento permanente”.

Quindi la breve passeggiata attraverso corso De Parma fino a Palazzo d’Avalos dove una Pinacoteca gremita ha assistito al breve confronto tra il ministro e il direttore del quotidiano abruzzese “Il Centro” Mauro Tedeschini, introdotto dal coordinatore regionale del Pd Marco Rapino. E si e’ parlato innanzitutto della soppressione del Corpo Forestale dello Stato e della fusione delle Camere di Commercio (quella di Chieti verra’ fusa con quella di Pescara).

La Madia ha subito evidenziato come l’Italia sia l’unico Paese con ben cinque corpi di polizia. La fusione avra’ indubbi vantaggi in quanto la riduzione della spesa portera’ a maggiori investimenti sulla tutela ambientale. Spending review che si materializzera’ anche grazie alla ripartizione netta delle competenze ed evitando duplicazioni di sistema tant’e’ che vi sara’ uno solo ufficio acquisti ed uno solo legale.

Sulle Camere di Commercio ha detto che “e’ inutile accanirsi sul loro numero, ma su come possano rappresentare un volano per la crescita anche a livello di internazionalizzazione”.

Ma per la Madia la questione centrale e’ quella delle riforme. “Abbiamo deciso di legare il nostro governo alle riforme – ha detto – allo scioglimento di nodi che ci portiamo avanti da tempo quali la legge elettorale, la reintroduzione del reato di falso in bilancio, la riforma degli ammortizzatori sociali e il jobs act”. “Le riforme dello Stato – ha aggiunto – devono essere portate avanti all’insegna della semplicita’ con tempi e regole certe”.

Dopo aver puntato il dito contro i territori che non hanno saputo recepire la riforma Delrio di fatto determinando le criticita’ in capo alle nuove Province, i cui dipendenti (circa 20 mila) non perderanno il loro posto di lavoro né un euro di stipendio ma verranno ricollocati nelle amministrazioni che hanno bisogno di loro e verrà valorizzata la loro professionalità, ha definito “norme di civilta’” quelle che regolano il silenzio-assenso e l’autotutela, prima di evidenziare la spinta del governo sul telelavoro e la trasparenza amministrativa “attraverso una legislazione innovativa che dalla radice evita gli sprechi”.

In chiusura non poteva mancare uno specchio sulla attuale situazione politica e sul futuro del governo Renzi e il ministro Madia non ha avuto incertezze: “il governo arrivera’ al 2018 e con un Partito Democratico unito portando avanti il percorso riformatore anche nell’attuazione e nell’implementazione”.

Luigi Spadaccini
(spadaccini.luigi@alice.it)

Le foto nella Pinacoteca sono di Andrea Marino

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