Il caso della riconversione del sito della ex Golden Lady è emblematico di quanto troppo spesso la politica sottovaluti le conseguenze dell’incertezza così, d’altro canto, rappresenta un esempio di quanto sia difficile in questi momenti portare avanti un discorso di tale portata. Ecco perché, da tempo, noi pensiamo a una riconversione globale dell’area che presente una ‘desertificazione occupazionale’ evidente e aree di criticità persistenti che non lasciano intravvedere nulla di positivo.
Intanto, nei mesi scorsi si era più volte parlato del possibile interessamento di una società del settore Automotive ad investire sul sito gissano, ma nonostante gli incontri intercorsi in Regione e al ministero finora quell’idea non ha trovato alcuna concretezza anzi, tant’è che le organizzazioni sindacali hanno deciso di prendere carta e penna e tornare a scrivere, anche per non far cadere tutta la vicenda nel dimenticatoio.
La lettera è stata invita direttamente al ministero del Lavoro per chiedere “la riconvocazione URGENTE di tutte le parti, compresa la Golden Lady, per avere notizie circa la vertenza sulla riconversione”.
Ricostruendo quanto accaduto finora le OO. SS. scrivono: ”tutti sappiamo quanto è accaduto con il precedente tentativo di riconversione e le conseguenze negative sui lavoratori e sul territorio; successivamente, nell’ultimo incontro ministeriale, si era convenuto di portare avanti la discussione in sede regionale, al fine di verificare le possibili soluzioni che si sarebbero manifestate con il fattivo operato della Regione, anche e soprattutto attraverso gli strumenti disponibili sia in termini normativi che economici.
Dopo diversi incontri svolti, nei quali ci venivano indicate alcune possibili soluzioni, da diversi mesi non abbiamo più ricevuto alcuna notizia”.
“Ormai – scrivono amaramente i sindacati – tutti i circa 250 lavoratori coinvolti (circa 100 già da un anno!), sono usciti dal percorso di mobilità e sono in drammatiche condizioni economiche, con evidenti ripercussioni sia sulle loro famiglie, sia a livello di dignità personale e sia come impatto negativo sull’occupazione di un territorio come quello della Valsinello, già provato da tantissime altre situazioni di crisi”.
Di fronte a una situazione simile non si può che auspicarsi che l’iter di riconversione possa riprendere corpo, a cominciare dalla convocazione di un nuovo tavolo di confronto che faccia davvero chiarezza sullo stato delle cose e non diventi mero oggetto di campagna elettorale, perché è necessario, come scrivono le OO. SS., “ridare speranza e prospettive concrete ad una intera comunità”.
L. S.