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Fondazione Mileno: scambio di accuse tra il legale dell’azienda e le organizzazioni sindacali

A distanza di nove giorni dall’incontro cui hanno partecipato, al Palace Hotel della Marina le organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL, l’assessore regionale Silvio Paolucci e Giuseppe Troiano per la Fondazione Padre Alberto Mileno, è ancora scontro sull’intera vicenda, soprattutto dopo un comunicato diramato dal legale della Fondazione, Carmine Di Risio.

Partendo dall’inizio Paolucci ha preso con i sindacati degli impegni precisi, in primis quello di convocare dei tavoli di confronto con le organizzazioni sindacali e l’amministrazione e la riconversione e il pagamento dell’85 per cento delle fatture, dopo aver spiegato con dati e cifre le somme che tutt’oggi sono state erogate dalla ASL Lanciano Vasto Chieti alla Fondazione Mileno ed aver annunciato che è stata firmata la circolare rivolta ai sindaci per il pagamento della quota compartecipativa ex art. 26.

In attesa di trovare concretezza negli impegni assunti dall’assessore regionale alla Programmazione sanitaria ecco una nota dell’avv. Carmine Di Risio nella quale si afferma che “la Fondazione Padre Alberto Mileno ha effettivamente ricevuto dalle ASL Abruzzesi la somma di euro 6.619.934,00.

La somma in questione, però, è riferita a diverse annualità e nello specifico:

  • L’importo di euro 487.000,00 è riferito a crediti nei confronti delle Asl risalenti all’anno 2012;
  • La somma di euro 1.102.000,00 è stata pagata in virtù di prestazioni eseguite nell’anno 2013;
  • L’importo di euro 2.243.000,00 è relativo a prestazioni effettuate nell’anno 2014;
  • La somma di euro 2.787.000,00 è riferita all’anno corrente.

V’è però che la Fondazione è tuttora creditrice, nei confronti delle Asl abruzzesi, delle seguenti somme:

  • euro 2.666.000,00 per l’anno corrente
  • euro 1.036.000,00 per l’anno 2014
  • euro 394.000,00 per l’anno 2013
  • euro 840.000,00 per gli anni precedenti”.

“V’è, ancora – ha aggiunto Di Risio – che la Fondazione, solo per l’anno corrente ha già speso la somma di euro 10.490.999,44 per provvedere al pagamento delle retribuzioni, dei contributi previdenziali ed assicurativi, dei fornitori e delle tasse ed imposte. Tutti i numeri appena indicati sono a conoscenza dei sindacalisti che hanno, rilasciato incaute dichiarazioni che minano la credibilità e la serietà della Fondazione mia assistita. La Fondazione, infatti, per onorare i suoi debiti e per garantire i pagamenti futuri da parte delle Asl (va infatti preservato il Durc) ha anticipato oltre 7.000.000,00 di euro. Per tale ordine di ragioni le posizioni espresse che mirano solo a cavalcare il malcontento senza tener conto dei numeri effettivi e della realtà dei fatti vanno seriamente censurate. La Fondazione, infatti, non ha pagato le retribuzioni solo perché non è in grado di ottenere ulteriori anticipazioni (che al momento ammontano alla somma appena sopra indicata) e non perché è in mala fede oppure perché vuole lucrare alle spalle dei lavoratori così come qualcuno vuole far credere. La situazione determinatasi, dunque, non può essere imputata alla Fondazione che ove ricevesse le somme di cui è creditrice onorerebbe immediatamente tutti suoi impegni”.

Una situazione, quella disegnata dal legale, che trova l’immediata replica delle organizzazioni sindacali attraverso una noto congiunta a firma del segretario provinciale FP CGIL Ferdinando Costanzo, Daniele Leone e Venanzio Tilli (FP CGIL) Donato Tricase per CISL FP, Domenico Fecondo e Camillo Di Felice di UIL FPL che, senza peli sulla lingua, scrivono “spesso in determinate situazioni occorrerebbe tacere, purtroppo, anche questa volta, qualcuno ha perso una bella occasione per farlo e che, invece, a fronte di tante problematiche pendenti, ha preferito attaccare, senza alcuna riconoscenza, chi si prodiga per risolvere e non “fomentare” i disagi, avrebbe dovuto dimostrare la capacità di affrontare le difficoltà nel modo più appropriato”.

I sindacati partono al contrattacco affermando che “gli avvocati svolgono bene il loro ruolo, tuttavia, troppo spesso, non si riesce ad essere “intellettualmente onesti” nel valutare le cose, cercando in tutte le maniere di delegittimare la controparte, facendola passare per chi vuole minare, perfino, la credibilità dell’azienda. Ci teniamo a precisare che il nostro obiettivo è ben altro, infatti abbiamo riportato rettamente i dati fornitici dall’assessore alla sanità, come d’altronde da voi riconosciuto, per cui lungi da noi cavalcare il malcontento, ma, come nostra consuetudine, abbiamo cavalcato e trottato solo per cercare di recuperare dialoghi interrotti con le asl e le istituzioni, facendo sbloccare svariati milioni a favore della Fondazione”.

Affermazioni che lasciano poi lo spazio ad alcune domande rivolte all’amministrazione della Fondazione dalla quale si vuole sapere

  • quante rimesse avete ricevuto durante l’anno in corso da tutte le ASL regionali ed extra regionali;
  • a quanto ammontano le entrate per prestazioni erogate presso la residenza anziani;
  • l’investimento molto oneroso della risonanza magnetica quale rapporto ha tra costi e ricavi;
  • quanto si ricava dalle prestazioni specialistiche effettuate presso gli ambulatori;
  • quanto rendono i ricoveri erogati in libera professione;
  • la Fondazione ha delle partecipazioni presso alcune cooperative (ad. es. OSA) ? nell’eventualità, a quanto ammontano le quote e quanto renderebbero;
  • in ultimo, senza andare oltre, pur riservando ancora qualche altro legittimo dubbio; come mai i lavoratori (creditori privilegiati) vengono pagati sempre in ultimo”.

Per i sindacati “se regna un silenzio “arrogante”, non si riesce ad avere un confronto leale nel merito di tutte le questioni in essere, ma nonostante tutto si continua a svolgere l’attività sindacale per il bene e l’interesse di tutta la struttura”.

Infine un rimando all’incontro tenuto con l’assessore Paolucci al quale “abbiamo fatto presente, che nell’ambito del processo della riconversione venga riconosciuto alla Fondazione l’importante ruolo che svolge sul territorio, garantendo i veri bisogni dei pazienti e salvaguardando i livelli occupazionali”.

La speranza, dunque, è che “ tutte le criticità rappresentate nel citato incontro trovino sollecita soluzione e che si apra nell’immediato un confronto allargato con l’assessorato alla salute per valutare attentamente l’impatto che potrebbe avere l’assegnazione dei nuovi setting assistenziali”.

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