E’ stata ancora una volta l’istituzione del Parco della Costa teatina al centro dell’agenda politica di Luciano D’Alfonso che ieri, nella sede della Regione a Pescara, alla presenza anche del commissario Pino De Dominicis, ha incontrato nuovamente i sindaci dei 10 comuni interessati dalla perimetrazione della nuova area protetta, Vasto, Ortona, San Salvo, San Vito Chietino, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Torino di Sangro, Casalbordino, Pollutri e Villalfonsina, incontro al quale si riferiscono le immagini.
Il summit era propedeutico alla riunione preliminare della Conferenza Stato-Regioni che si terrà venerdì 9, a Roma. Sarà, infatti, proprio tale organismo a dire la parola definitiva sullo schema di decreto del Presidente della Repubblica che, su proposta del ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, d’intesa con la Regione Abruzzo e in attuazione dell’articolo 8, comma 3, della legge del 23 marzo 2001, numero 93, istituisce il Parco nazionale della Costa Teatina. Il presidente D’Alfonso, dal canto suo, ha detto di voler “arrivare a Roma con un assetto normativo e di Governance che soddisfi il maggior numero possibile di Istituzioni ed il maggior numero possibile di interessi”.
Ed i primi cittadini non hanno perso l’occasione di far sentire nuovamente la loro voce sollevando perplessità già note in merito alla mancata condivisione del progetto di perimetrazione e delle norme di salvaguardia con gli enti locali tenuti ai margini delle decisioni e oltretutto a rischio di essere esautorati della propria autorità e autonomia sui territori ricompresi nella perimetrazione a scapito anche degli strumenti urbanistici vigenti.
Ed allora D’Alfonso ha chiesto a sindaci e struttura regionale di inviargli, in tempi rapidissimi, eventuali osservazioni sullo storico del lavoro istruttorio della zonizzazione del Parco. Su un punto il presidente della Giunta regionale è apparso estremamente deciso. “E’ necessario salvaguardare la dignità degli investimenti – ha ribadito – se si vuole far crescere, in maniera apprezzabile, il PIL regionale”.
Riguardo alle tempistica necessaria per la maturazione degli strumenti urbanistici adottati rispetto al subentro delle norme di salvaguardia, si è convenuto di prevedere 60 mesi.
In ordine, infine, alla questione della cartografia, D’Alfonso ha chiesto ai sindaci dei dieci Comuni coinvolti di trovare un momento di sintesi che contemperi le diverse esigenze.
Mentre, però, a Pescara si provava a trovare una sintesi tra le varie visioni ed esigenze, Legambiente e Wwf tornavano ad alzare la voce.
Questa ennesima riunione – annunciavano gli ambientalisti – dimostra ancora una volta i tentennamenti di D’Alfonso e della sua maggioranza nei confronti di un Parco Nazionale che gli abruzzesi hanno pubblicamente richiesto a gran voce, a cominciare dalla grande manifestazione del 13 aprile 2013 a Pescara, alla quale l’attuale presidente della Regione ha tra l’altro personalmente partecipato. D’Alfonso ha messo tra i suoi impegni elettorali la concretizzazione di un’area protetta attesa ormai da 15 anni ma evidentemente a quegli impegni, più volte ribaditi anche in tempi recentissimi, gli è difficile dare seguito concreto, prigioniero com’è di una maggioranza eterogenea e tenuta insieme da qualcosa di certamente diverso e che anzi neppure somiglia a una visione politica e programmatica unitaria del futuro dell’Abruzzo”.
WWF e Legambiente chiedono, dunque, al governatore dell’Abruzzo “di essere ‘credibile’ e di cominciare finalmente a rispettare gli impegni presi in campagna elettorale e in base ai quali gli elettori lo hanno scelto’.
E non solo, perché i sodalizi ambientalisti si sono rivolti direttamente “alla presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dell’Ambiente e alla stessa Presidenza della Repubblica” chiedendo loro “di volare alto e di dimostrare una dignità, una coerenza e una capacità di guardare al futuro che purtroppo a livello locale a dir poco scarseggiano”.
L. S.