Se ci fosse una sorta di uninominale secca, un solo turno, il candidato che prende un voto in più prende tutto e amministra, non ci sarebbe tutta questa corsa all’Unione (termine che porta anche lievemente sfiga, coma “Insieme per”), tutti questi appelli, più o meno finti, a stare insieme, compatti e solidali. Il ballottaggio porta a mettere insieme chi all’inizio non ha nessuna intenzione di stare insieme. A me piacerebbe fare una bella Lista e la chiamerei “Divisi per Vasto”, non per provocare, per fare il bastian contrario, ma hai visto mai che divisi, ognuno per conto suo, ognuno a casa sua, si possa produrre maggiore chiarezza nella mente dell’elettore? E chissà che persino a Vasto, poveri noi, come a Roma e a Milano, non si vada a caccia di un manager, di un povero cristo al quale spiegare erroneamente che la Giunta è un semplice Consiglio d’Amministrazione, salvo poi sperimentare che l’azienda con la politica c’entra come il cavolo a merenda. Se in Consiglio ti mancano tre voti e non hai qualcuno dall’altra parte che inciucia con te, te ne vai a casa prima del tempo, senza bonus, stock options e pasticcini. Un calcio in culo e via. Avanti un altro, magari dopo il Commissario. La politica fatela fare ai politici. Direte: a Vasto l’abbiamo fatta fare a Lapenna, politico di professione, e l’ha ridotta ai minimi termini. È vero, ma non c’è soltanto Lapenna. Vi ritroverete davanti quattro o cinque facce. Valutatele in base all’esperienza maturata sul campo, alla serietà e agli atti prodotti. Non vi avventurate. Le avventure, in politica, conducono sempre contro i muri. E ci si fa molto male. Uniti o divisi per Vasto? Fate come credete. Vasto è vostra e ogni Città ha l’Amministrazione che si merita. Chiaro?