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SiderVasto: una settimana di suspense per i 50 dipendenti

Chi si aspettava che la riunione di ieri pomeriggio potesse sbloccare in qualche modo la situazione di impasse in cu da mesi versano i 50 dipendenti della SiderVasto probabilmente si aspettava troppo. Come ben noto, i lavoratori erano tornati in queste ore ad alzare la voce anche perché molti hanno ultimato anche il periodo di Cig nell’agosto appena trascorso.

Lavoratori che erano tornati ad assemblarsi dinanzi ai cancelli dell’impianto di Punta Penna come era già accaduto a fine giungo per impedire all’azienda di portare via alcuni macchinari di grande valore, come uno slitter (una taglialamiere).

Si cerca in tutti i modi di evitare lo smembramento della fabbrica, da quando è fallita la acquisizione da parte della Tecnotubi di Brescia, che, di fatto, impedirebbe qualunque possibilità di trattativa con eventuali acquirenti del settore, ma la vendita dei macchinari sembra proprio la strada che la proprietà intenderebbe perseguire.

Purtroppo la riunione di ieri dinanzi al Prefetto Antonio Corona, alla quale hanno partecipato il vice-presidente della Regione Abruzzo nonché assessore alle Attività produttive e alle Crisi industriali, Giovanni Lolli, il sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, e i rappresentanti sindacali Carmine Torricella (Cgil) e Claudio Musacchio (Uil) non ha portato a nulla di concreto.

L’unica certezza pare essere l’interessamento concreto del Gruppo siderurgico Rapullino di Acerra che, dopo quanto fatto a Basciano (Te), pare orientato a fare lo stesso con l’impianto di Punta Penna, ovvero procedere all’acquisizione della struttura e dei macchinari. Non solo, però, perché l’obiettivo che si vuole portare a casa è quello del riassorbimento in toto del personale della SiderVasto. Per ora lo scoglio più importante da superare resta quello del divario di cifre tra la richiesta della proprietà e la proposta del possibile acquirente, che dovrà, qualora l’interesse sia davvero concreto, aprire ancora di più il portafogli.

La Rapullino ha ora una settimana per definire i parametri della terza offerta, che, dunque, dovrà contemplare i tre punti fondamentali appena rilevati. Toccherà poi al giudice fallimentare valutare la congruità della proposta.

L. S.

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