Tutto da rifare. I giudici del Tar di Pescara (Michele Eliantonio, Dino Nazzaro e Massimiliano Balloriani) hanno annullato il concorso della Asl per l’assunzione di quattro tecnici di laboratorio biomedico. Novecento candidati dovranno rifare la prova effettuata la scorsa primavera. Nel giugno scorso il Tar aveva accolto la richiesta di sospensiva presentata dall’avvocato Arnaldo Tascione per conto di L.T., una concorrente di Vasto. Adesso è arrivato l’annullamento della prova per violazione dei principi di imparzialità. «È giusto che alla candidata venga data un’altra chance», si legge nel dispositivo. Soddisfatto l’avvvocato Tascione, anche se i giudici non hanno ritenuto che L.T. debba essere risarcita, dal momento che le viene data la possibilità di rifare la prova.
Alla base dell’annullamento del concorso ci sarebbero, come si legge nel dispositivo, forme collaborative fra il presidente della commissione, Maria Golato, direttore di Patologia clinica della Asl, e due dei 4 concorrenti risultati vincitori, nonché la presenza di un sindacalista nella commissione esaminatrice. Poco importa che si fosse dimesso una settimana prima della prova. I giudici considerano il lasso di tempo troppo breve.
Il Tar ha ordinato alla Asl di rendere noto il provvedimento. La disposizione del tribunale amministrativo dovrà essere pubblicata sul sito dell’azienda sanitaria per avvisare i partecipanti alla gara ed eventuali nuovi concorrenti. La vicenda sarà anche al centro di una interrogazione parlamentare che sarà presentata dal senatore Gianluca Castaldi (M5S).
Il Tar ha accolto in toto le motivazioni del ricorso dell’avvocato Tascione. L.T., da anni collaboratrice in forma precaria della Asl, dopo aver superato la prova scritta e quella pratica era stata esclusa dalla prova orale. Le verifiche compiute successivamente hanno accertato che i vincitori e alcuni componenti della commissione esaminatrice avevano collaborato nel corso di congressi, pubblicazioni, attività didattiche. I giudici hanno concordato sulla incompatibilità del presidente e di altri componenti della commissione.
Tutto da rifare, dunque, dal momento che la prova è stata ritenuta dai giudici amministrativi carente dei tre principi fondamentali che devono caratterizzare qualsiasi prova pubblica: trasparenza obiettività
e terzietà. Facile immaginare la reazione dei 900 concorrenti. Qualcuno avanza dei dubbi. Chissà se e chissà quando il concorso si rifarà. Ed è questa una incognita che tiene ancora in apprensione anche L.T. e le impedisce di godere appieno della propria vittoria.
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