E’ stato il prof. Gianni Oliva, direttore del Centro europeo di studi rossettiano, ad introdurre l’evento ‘Dantis amor: Dante e i Rossetti’ che ha preso il via ieri pomeriggio nella splendida cornice della Pinacoteca di Palazzo d’Avalos. Un evento di caratura internazionale realizzato per celebrare il 750.mo della nascita di Dante Alighieri, definito “espressione piu’ dignitosa della coscienza civile e spirituale dell’uomo”.
Dinanzi a tanti giovani Oliva ha ricordato lo stretto legame tra Gabriele Rossetti e il Sommo Poeta, rafforzato dalle vicende politiche del patriota vastese, un legame indissolubile fondato “nel destino comune dell’esilio e che si materializza anche nel nome che Gabriele sceglie per il figlio, appunto Dante Gabriel”.
Ha sottolineato, poi, come tutta la famiglia avesse “la consapevolezza di appartenere a una stirpe che si riconosce in una formazione comune”, una famiglia costruita, anche in Inghilterra, su una struttura patriarcale di chiaro stampo mediterraneo. Se Dante e’ divenuta “la prima ispirazione del movimento rivoluzionario vittoriano, ovvero i preraffaeliti, Dante Gabriel ne e’ stato uno dei promotori”, ha detto Oliva allargando il discorso a tutta la famiglia Rossetti, un filo conduttore di tutta l’attivita’ del Cesr impegnato a valorizzare, con giusto merito, l’intera opera dei componenti la famiglia vastese, che “ha contribuito in modo importante alla conoscenza della letteratura italiana in Inghilterra”.
Negli interventi successivi, a cominciare da quello di Raffaele Giglio, il maggior studioso dei Rossetti, figlio della scuola di Pompeo Giannantonio a Napoli, si e’ parlato innanzitutto delle attivita’ del Cesr, a cominciare dalle varie pubblicazioni che hanno portato a riscoprire il valore alto ed internazionale dell’intera famiglia Rossetti. Non potevano mancare i riferimenti alla visione rossettiana della Commedia dantesca che per Gabriele, patriota, dichiaratamente contro il re e attivista dei carbonari in quel di Napoli, era intrisa di un linguaggio allegorico, un codice per dire quello che non si poteva dire, ma che nascondeva una posizione ghibellina e fortemente antipapale. Temi sviluppati piu’ ampliamente da Mario Cimini, dell’universita’ D’Annunzio”.
E’ stato il primo cittadino Luciano Lapenna a portare i saluti dell’Amministrazione vastese. “Come si fa, come sindaco di Vasto, a non essere orgoglioso, Vasto citta’ di cultura in cui si discute dei 750 anni della nascita di Dante. E’ la manifestazione piu’ importante della nostra regione e tra le piu’ importanti d’Italia. E la facciamo a Palazzo d’Avalos che era chiusa e che da anni e’ diventato un momento di incontro”. Parlando dei Rossetti, Lapenna ha aggiunto: “nel momento in cui celebriamo Dante celebriamo anche la grandezza dei Rossetti, tra le famiglie piu’ importanti che hanno dato lustro a questa citta’, alla nostra regione e a tutto il Paese”.
A chiudere la prima giornata gli interventi di Mirko Menna e Maria Petrella, sempre della D’Annunzio.
Luigi Spadaccini