Si chiuderà con l’evento ‘Permettete? mi riprendo la mia vita’ in programma questa sera al teatro Rossetti, a partire dalle ore 21.00, che si chiuderà la giornata vastese dedicata alla sensibilizzazione sulla violenza contro le donne. Un reading musicale che prevede ‘Il ritorno di Euridice’ di Gesualdo Bufalino, ‘Permettete? mi riprendo la mia vita’, un testo curato da Raffaella Zaccagna liberamente tratto da una storia vera di una paziente assistita dal Centro DonnAttiva di Vasto, ‘Pulse of image’ video mapping a cura di Maria De Liberato.
La presentazione dell’evento, tenuta questa mattina nell’Aula consiliare, ha costituito anche l’occasione per fare l’ormai tradizionale bilancio dell’attività del Centro antiviolenza DonnAttiva di Vasto, che, quest’anno, come ha anticipato l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Vasto, Anna Suriani, ha visto “accanto all’attività di tutela della donna maltrattata, un’attività di prevenzione coi ragazzi delle scuole superiori”.
La Suriani ha ricordato anche il femminicidio nella nostra città consumato nel 2015 prima di rilevare come “l’importante è creare una cultura, una sensibilizzazione diffusa imparando a rispettare i generi e a non usare la violenza come strumento di comunicazione”. “Come amministrazione comunale teniamo molto al centro DonnAttiva – ha ribadito l’assessore, alla presenza del presidente del Consiglio comunale Giuseppe Forte – uno dei più accreditati in regione e che opera in piena sintonia ed armonia con la rete antiviolenza cittadina”.
E’ toccato alla responsabile del Centro, Felicia Zulli, delineare il lavoro e i progetti di DonnAttiva, che “lavora a più livelli”. “Quest’anno abbiamo voluto dare a questa giornata un segno positivo di presenza costante e persistente nel territorio” nel quale il Centro si occupa di servizi alle vittime (come lo sportello di ascolto curato da Barbara Catalano, il supporto psicologico e l’autoaiuto curati da Margherita Barone, il supporto legale), ma, da quest’anno, anche lavorando con le classi dei cinque istituti di istruzione superiore vastesi per formare i cosiddetti ‘peer educator’, un progetto che ha visto in prima linea Norma Cardarella e che porta gli stessi studenti a diventare educatori attraverso un percorso che è partito dalla “somministrazione di 192 questionari per rilevare come e quanto è rilevante il fenomeno per i giovani”, ha detto la Zulli, prima di parlare della rete antiviolenza vastese che ha visto un consolidamento dei rapporti con le Forze dell’ordine e il Pronto soccorso del S. Pio.
Una rete che ha messo a punto un protocollo operativo di intervento che detta le regole su chi deve e come intervenire in caso di emergenza.
Per la Zulli è comunque da migliorare la rete di accoglienza su emergenza, oltretutto alla luce anche della richiesta di supporto da parte dei centri di Atessa e Fossacesia. D’altronde, grazie al Progetto Penelope, il Centro DonnAttiva di Vasto è divenuto il centro di chiamata attraverso il 1522 nazionale per tutta l’area che va dalla Val di Sangro al Molise.
Felicia Zulli ha anche anticipato come la Zaccagna e la Barone cureranno un lavoro di prevenzione anche nelle scuole dell’infanzia e primarie perché secondo studi internazionali iniziare questo tipo di intervento fin da piccoli garantisce risultati migliori. “Il progetto è finanziato in parte dalla Regione – ha chiarito – e in parte dal Comune di Vasto che ha fatto al scelta di portare avanti il lavoro fatto”.
Sono stati gli stessi ragazzi delle superiori a chiarire il percorso seguito, ovvero una serie di otto lezioni nelle quali hanno potuto usufruire del confronto con gli operatori del Centro DonnAttiva e dei video e dei documenti messi a disposizione dal Centro per affrontare una tematica scottante come quella della violenza di genere.
Anche i ragazzi hanno sottolineato come della violenza subita “bisogna parlarne con chiunque perché a volte una mano può distruggere una vita e il silenzio diventa il suo complice”.
Intanto le richieste di aiuto aumentano con un bilancio che vede ora 200 contatti, di cui 27 richieste di aiuto dirette e 175 telefonate. Le donne prese in carico nel 2015 sono 34 e tutte hanno usufruito dell’accoglienza. Di queste 6 sono state inserite in un percorso di sostegno psicologico, 6 hanno usufruito di consulenza legale, 2 sono state accolte in strutture momentanee e 7 partecipano a gruppi di auto aiuto.
Luigi Spadaccini
(spadaccini.luigi@alice.it)