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In commissione la Amato (Pd) alza la voce in difesa dei piccoli ospedali di montagna

Si è discusso ieri in Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati il documento di stabilità per la parte che riguarda la sanità che vede in un comma (il 289 e seguenti) dell’articolo riguardante le Asl una disposizione in cui si da il potere al Ministero della Salute di chiudere i piccoli ospedali che abbiano problemi di bilancio.

“Indignata da così poca attenzione alla equità e soprattutto al rispetto del diritto costituzionale alla salute –  racconta la Parlamentare del PD –  il mio intervento in risposta a tale mancanza di sensibilità nei confronti della domanda di salute,  ad esempio dei centri montani delle aree disagiate, ha assunto toni decisamente perentori sulla inopportunità di tale direttiva. Ho quindi posto semplici domande,  per favorire una riflessione più attenta su un tema così delicato.

Quali piccoli ospedali hanno un bilancio a sé, non la tabella di quanto costano, ma un bilancio vero? Ve lo volete mettere in testa che i servizi nelle aree interne vanno riorganizzati, rimodulati, commisurati ma non possono sparire, anche se costano di più perché sono la contropartita per la gente che per affezione e caparbietà resta legata a territori difficili e fa un servizio per tutti noi?
Le regioni a che servono? A che servono i Commissari di governo se non sono capaci di pianificare e realizzare un modello di sanità equo, efficiente ed efficace e contemporaneamente sostenibile?
Da una parte diciamo che vogliamo superare il fallimentare modello bocconiano per cui tutte le scelte si riportano ai quadri di bilancio e invece ci siamo ancora imprigionati?
Finché parliamo di sicurezza ok ma non mi parlate di bilancio e piccoli ospedali altrimenti vi ricordo che i drg delle cliniche universitarie costano molto di più e non sempre sono eccellenza.

Nonostante la durezza a tratti del mio intervento  –  conclude la Amato  – ho registrato l’appoggio della capogruppo in commissione Donanta Lenzi e la condivisione delle mie preoccupazioni fino alla presa in carico della possibile soluzione del problema: ovvero far in modo che il comma dell’articolo in questione venga giustamente rivalutato.”

La relazione del gruppo, dunque, conterrà i rilievi del parlamentare vastese per la quale, in sintesi, “occorre garantire una presenza sanitaria nelle aree disagiate e in particolare quelle di montagna” sottolineando che “non è possibile ragionare esclusivamente in termini di budget in quanto gli abitanti delle zone di montagna offrono un servizio all’insieme della popolazione italiana attraverso la tutela del territorio. I commi 289 e seguenti possono rendere ancora più problematica la presenza di presidi ospedialieri nelle aree di montagna soprattutto nelle regioni in piano di rientro”.

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