Erano 13.43 di ieri quando l’assessore regionale alla Programmazione sanitaria Silvio Paolucci accompagnato dal direttore generale della Asl 02 Lanciano Vasto Chieti, Pasquale Flacco, dal presidente della V commissione Sanità della regione Abruzzo, Mario Olivieri, dal sindaco di Vasto Luciano Lapenna, dal presidente del Consiglio comunale Giuseppe Forte, dal capogruppo del Pd nell’Aula ‘Vennitti’ Francesco Menna e dal coordinatore territoriale dei democratici Gennaro Luciano, solcava la porta d’ingresso dell’ospedale S. Pio da Pietrelcina per un nuovo incontro con i dirigenti delle varie Unità operative del nosocomio vastese.
Un confronto durato due ore e vissuto nei locali della direzione sanitaria, dove la delegazione è stata accolta dalla padrona di casa, la direttrice Rosanna Florio, che ha delineato i contorni del futuro della sanità nel vastese e non solo.
E il sindaco Lapenna ha subito preso la palla al balzo per ricordare come “i problemi di questa struttura sono ben noti e si trascinano da anni. E’ chiaro che la soluzione per questo territorio – ha detto rivolgendosi a Paolucci – è il nuovo ospedale”, il cui iter procedurale sembra essersi arenato. Il primo cittadino vastese ha chiesto concretezza ai vertici della sanità abruzzese e teatina anche per il territorio: “vogliamo segni concreti – ha proferito – perché questo territorio reclama da anni maggiore attenzione, segnali che per ora non abbiamo ancora visto”.
Ed a lui hanno fatto eco gli interventi di alcuni dei primari presenti che hanno evidenziato le varie criticità del nosocomio vastese. Tra quelli che hanno preso la parola i dirigenti di Gastroenterologia (Antonio Spadaccini), Cardiologia (Vincenzo Cerasa), Nefrologia e Dialisi (Bruno Di Paolo), Pronto soccorso (Lorenzo Russo), Anestesia e rianimazione (Francesco Amato), Ostetricia e Ginecologia (Francesco Matrullo), e il responsabile di Neurologia (Pasqualino Litterio).
E’ stato proprio il Dr Spadaccini ad inquadrare alcune tematiche nodali, dalla necessità di dover rispondere con efficacia ed efficienza alle patologie tempo-dipendenti fino alle criticità derivanti dal garantire livelli LEA-Livelli essenziali di assistenza di primo livello che richiedono laboratorio di analisi, radiodiagnostica ed anestesia per 24 ore. Ha chiesto personale in più il direttore di Gastroenterologia alla luce anche del fatto che il ministero pare voglia assumere migliaia di medici, ma “a livello regionale ci dicono che dobbiamo ridurre i costi del personale”. “Se qualcosa va fatta – ha detto il medico – va fatta adesso”. Un tema quello della richiesta di un incremento del numero di medici che ha accomunato un po’ tutti gli interventi.
Così se il Dr Matrullo ha chiesto anche l’implementazione di un servizio di interruzione volontaria di gravidanza inesistente dopo il mancato rinnovo del contratto a un medico esterno, il collega Di Paolo ha puntato i riflettori soprattutto sul servizio di Dialisi dove vengono assistiti 289 pazienti coprendo ogni giorno 9 turni con soli 12 medici invece dei 25 necessari. Lorenzo Russo ha accusato i vertici regionali di essere “un po’ teate-centrici e ci fate fare la guerra dei poveri tra noi e Lanciano, pure se siamo ospedali validissimi”.
Il direttore di Cardiologia Cerasa ha puntato il dito contro lo sforamento dei 120 minuti per gli interventi di angioplastica in emodinamica dovuto alla lontananza eccessiva, anche in conseguenza dell’iter procedurale del 118 nella gestione dei casi, dall’ospedale hub di Chieti, rilevando come le unità emodinamiche sono ben 2 in 12 chilometri (Pescara e Chieti) mentre Vasto è a ben 80 Km dal SS. Annunziata. Ha chiesto anche la ristrutturazione di una sala con indirizzo multidisciplinare dove eseguire gli impianti di pacemaker, l’uso dei defibrillatori, gli esami radiografici coronarici.
Per Amato, invece, l’introduzione della guardia di Anestesia h24 (in calendario dal 1.mo gennaio 2016) non consentirebbe di soddisfare le richieste dell’emergenza-urgenza né i LEA. Ha anche ricordato a Paolucci come avesse preso in Consiglio comunale l’impegno di realizzare due posti di rianimazione che, però, sono rimaste solo promesse.
Litterio, dal canto suo, ha chiesto di giungere finalmente all’attivazione della trombolisi.
Molto critico anche Giuseppe Forte, che, sulla scia di quanto già fatto da Lapenna, è tornato a chiedere concretezza, parlando di Geriatria “in pieno abbandono” e della UTIC-Unità di Terapia Intensiva Cardiologica “a livello di terzo mondo”. Ha anche ironicamente ricordato come qualche anno fa avesse partecipato in quella medesima sala “alla presentazione del progetto di emodinamica a Vasto, ma siamo al 2015 e non si è visto ancora nulla”. Infine ha chiesto l’attivazione di un posto di Polizia all’interno del nosocomio.
Insomma tanta carne al fuoco al quale Mario Olivieri ha aggiunto anche il contorno. E sì, perché il presidente della commissione Sanità all’Emiciclo, alla presenza del direttore di Diabetologia Ercole D’Ugo, ha chiesto il trasferimento in toto del reparto dall’ospedale di Gissi al S. Pio di Vasto; e non solo perché ha chiesto anche una rapida soluzione per la sede della scuola infermieri ricordando ai medici che molte delle richieste avanzate risentono nelle risposte del commissariamento, ma “adesso che usciamo iniziamo a fare la spesa”. “L’ospedale deve essere messo in cantiere adesso – ha insistito Olivieri – perché i soldi ci sono. Entro tre anni voglio vedere il cantiere”.
Tante sollecitazioni, dunque, alle quali non si è sottratto in primis il direttore generale della Asl Pasquale Flacco il quale ha subito risposto a tono: “su Vasto qualcosa è stato fatto e continueremo a farlo. Ci siamo concentrati sull’emergenza-urgenza e il materno-infantile”, dove, tra l’altro, sono stati attivati lo STAM-Servizio di trasporto assistito materno e le STEN-Servizio di trasporto d’Emergenza Neonatale. Rivendica i risultati ottenuti il DG, a cominciare dagli interventi sul personale per Malattie infettive, l’avvio della fase istitutiva della trombolisi in Neurologia, la prossima risoluzione dei problemi al laboratorio di analisi con il direttore sanitario del S. Pio Florio impegnata a concordare “il modo di evitare lo scempio dell’attesa dei pazienti sulle scale”.
Se è molto critica, secondo Flacco, la situazione per quel che concerne Cardiologia e Geriatria (per la quale è stato approntato l’avviso per nuovo personale) è altresì vero che vi sono risultati importanti come l’attivazione della lungodegenza con 16 posti fisici, mentre va riorganizzata la distribuzione del personale per i servizi di radiodiagnostica. Inoltre ha anticipato che la mensa per i dipendenti si farà.
Le ultime risposte sono arrivate da Silvio Paolucci, che alle parole del DG della Asl ha aggiunto che “mai negli ultimi 20 anni si erano viste tante postazioni medicalizzate di cui una arriverà anche a San Salvo nei prossimi giorni”. Così come ha ricordato il milione e mezzo di euro investiti su Ginecologia per la messa in sicurezza e a norma e che avrà anche la sala operatoria al piano.
Il successo più importante in questa fase, però, per l’assessore alla Programmazione sanitaria è stato il riconoscimento per il S. Pio di presidio di primo livello dopo che la norma regionale datata 2011 l’aveva indicato come presidio di base, al pari di quello di Atessa ad esempio, per “una scelta di programmazione sbagliata”. “Con l’accordo di programma siglato – ha detto Paolucci – abbiamo 7 LEA di primo livello e Vasto è proprio il settimo”. Un accordo di programma che contempla anche la realizzazione del nuovo ospedale di Vasto il cui iter è ripreso in ottobre.
Rigettando quello che ha definito il “policentrismo abruzzese”, l’assessore si è dichiarato disponibile a investire sulla strumentistica individuando due priorità all’uscita dal commissariamento, ovvero l’attivazione della trombolisi, “per la quale sto aspettando il parere del comitato etico-farmaceutico”, e, a seguire, dell’emodinamica, sulla quale ha, però, di fatto glissato osservando come si stia ancora valutando la questione.
Infine la questione spinosa del personale in merito la quale Paolucci non ha avuto peli sulla lingua, ribadendo a gran voce che l’istituzione della Asl unica serve anche ad aggredire questo problema. “Abbiamo 14300 dipendenti del Servizio sanitario nazionale ed è più che adeguato alle nostre esigenze – ha detto –quello è il tetto ora il problema è vedere come è ripartito. Bisogna andare verso una riorganizzazione complessiva in cui vanno tolte le rendite e va certificato l’impegno degli operatori per i quali si registrano differenze ingiuste di produttività”.
Luigi Spadaccini
(spadaccini.luigi@alice.it)