L’anno 2016, dovrebbe essere quello buono, per dare concreta attuazione alla Delega che il Parlamento ha attribuito al Governo, per emanare la riforma della Pubblica Amministrazione. Il Ministro Madia è al lavoro per la scrittura dei vari Decreti Legislativi, raggruppati per materie e comparti, che il Consiglio dei Ministri dovrà licenziare e poi a cascata tutti, nella Pubblica Amministrazione, dovranno applicare con diligenza e senza andare alla ricerca delle cosiddette scuciture per aggirare la modernizzazione tanto attesa, invocata ed esaltata come il toccasana di tante inefficienze e disfunzioni.
Quante volte abbiamo sentito o detto è colpa della burocrazia e della Pubblica Amministrazione che non funziona! Naturalmente una riforma così corposa, che dovrà affrontare e modificare comportamenti, consuetudini radicati e stratificati nel tempo, eliminare incrostazioni, rompere microsistemi di potere diffusissimi creatisi non direttamente nella politica ma in quel corpaccione che normalmente chiamiamo burocrazia, non sarà una passeggiata. Diciamoci pure che il termine “ burocrazia “l’insieme di apparati e di persone al quale è affidata, a diversi livelli, l’amministrazione di uno Stato o anche di enti non statali”, non è esatto se con esso intendiamo indicare quei muri di gomma che il cittadino incontra frequentando gli uffici pubblici, quegli ostacoli incomprensibili al logico fluire del fare, dell’intraprendere, dell’innovare e del crescere sociale ed economico, ma negli ultimi tempi con questo termine comunemente chiamiamo a responsabilità l’inefficienza della Pubblica Amministrazione.
Insomma la riforma della Pubblica Amministrazione sarà una impresa ardua, difficile ma indispensabile per la modernizzazione del Paese e, com’è sempre avvenuto nelle ristrutturazioni delle grandi imprese private, essa passa anche attraverso lo svecchiamento delle risorse umane e l’immissione di nuovo personale maggiormente qualificato. Il Ministro della Giustizia, Orlando, nei giorni scorsi ha affermato, in una intervista, che bisognerebbe svecchiare la Magistratura diminuendo l’età di pensionamento dei Magistrati. Una affermazione che ha aperto un vivace dibattito tra chi è favorevole e chi contrario e gli uni e gli altri hanno portato argomentazioni serie a sostegno della propria tesi come l’esperienza oppure la cultura digitale.
Domenica 10 gennaio, il Presidente dell’INPS, Boeri, intervistato da Maria Latella ha affermato che: “la flessibilità sui conti pubblici concessa all’Italia dall’Unione Europea o almeno una parte di essa potrebbe essere utilizzata per favorire i pensionamenti anticipati così da liberare spazi per i giovani”. Non ci vuole uno scienziato per prevedere che anche queste affermazioni daranno sfogo ad un dibattito interessante. Queste mie modeste considerazioni, di uno che ha avuto qualche contatto e/o influenza seppur limitate sulla Pubblica Amministrazione, sono motivate dalla convinzione che tutti dobbiamo partecipare, con l’incisività specifica e relativa posseduta, alla Riforma della Pubblica Amministrazione. Devono farlo i politici e gli amministratori locali, i sindacati compresi i rappresentanti aziendali dei Comuni, i dipendenti pubblici compresi quelli degli Enti Locali se non altro per tutelarsi e pretendere, in questo processo, il riconoscimento meritocratico della propria professionalità e perfino i cittadini, le imprese, i professionisti che si rapportano quotidianamente con la Pubblica Amministrazione.
Naturalmente alcuni dei soggetti sopracitati sono in grado di partecipare autonomamente, perché hanno già un loro pensiero e le conoscenze della materia mentre altri hanno bisogno di essere aiutati dagli “ opinion Leader”, o dalla stampa in funzione di “ cani da guardia della democrazia.” Questo è quello che, nel mio piccolo, auspico e penso che i cittadini si aspettano anche nello Stato di prossimità: Comuni, ASL, Consorzi vari. Allora viene spontanea una domanda: Siamo e siete sicuri che le manovre e i provvedimenti da azzecca garbugli allo studio dell’Amministrazione comunale di San Salvo per prorogare in servizio dipendenti che hanno raggiunto l’età della pensione sono in sintonia con la diffusa esigenza di riformare la Pubblica Amministrazione? Se questi provvedimenti di cui si parla negli ambienti comunali, in totale discontinuità con il passato, dovessero ufficializzarsi, l’Amministrazione di San Salvo meriterebbe il titolo da conservatore e forse più.
Perché quello che è stato negato ad un altro dipendente andando perfino al giudizio del Tribunale Amministrativo Regionale (T.A.R.) dovrebbe essere concesso a questi? Quei dirigenti che si prestano a simili, non contrattuali, prestazioni pensano che questo li aiuti ad avere la schiena dritta e la dignità professionale che giustamente rivendicano? I dipendenti, pronti ad assumere ruoli e funzioni liberate da chi va meritatamente a riposo dopo anni di onorato servizio, come dovranno sentirsi?
Se l’Amministrazione Comunale di San Salvo dovesse produrre veramente provvedimenti finalizzati alla conservazione, impedendo in modo artificioso e discutibile, l’avvicendamento a posti di responsabilità nuove risorse, non potrà essere qualificata riformista, non potrà definirsi riformatore e nemmeno innovatori. Caro Ministro Madia, riformare la Pubblica Amministrazione sarà molto dura!
Arnaldo Mariotti