È accaduto all’Ospedale di Chieti, dove l’équipe di Luigi Schips, direttore dell’Urologia, grazie alla tecnica robotica, é riuscita ad asportare un tumore talmente incapsulato all’interno di un rene da non essere visibile. Un’operazione che senza la chirurgia mini invasiva si sarebbe dovuta affrontare con la classica chirurgia tradizionale comportando un decorso post operatorio molto più lungo, molto più doloroso con i relativi tempi di ripresa ancor più lenti. Cosa che invece non è accaduta al paziente che è stato dimesso in tre giorni con buona funzionalità renale e in buone condizioni.
Il Direttore dell’Urologia Schips commenta dicendo che “L’esperienza maturata nell’utilizzo del robot ci ha permesso di compiere un ulteriore salto di qualità e seguire un approccio conservativo, oltre che mini invasivo, attraverso una nefrectomia parziale, che ha permesso di salvare il tessuto sano tutt’intorno. Per identificare e marcare i limiti della massa tumorale, assolutamente non visibile, ci siamo avvalsi dell’ecografia intraoperatoria con sonda robotica, mentre un’altra tecnica ugualmente all’avanguardia, la fluorescenza con verde indocianina, è stata impiegata per isolare l’arteria renale che irrorava il tumore lasciando integra la vascolarizzazione della porzione integra del rene”.
L’ospedale di Chieti si conferma centro di riferimento per il trattamento del tumore della prostata e del rene.
Laura Rongoni