In questa Giornata della Memoria, desidero offrire una personale testimonianza, ricordando il viaggio, fatto durante la scorsa estate, insieme a mia moglie Angela, in Polonia, dove abbiamo avuto l’opportunità di visitare il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. L’esperienza ci ha segnati dentro, lasciando profonde ferite nel cuore, nel vedere gli orrori a cui può arrivare la follia umana nei confronti di fratelli inermi, solo perché di razza o religione diversa. Sono ancora scolpiti nella nostra mente quei luoghi: l’ingresso del campo, il Muro della Morte, i forni crematori, i vari blocchi degli edifici, le stanze dove dormivano i detenuti e i tanti oggetti ritrovati ed esposti in diverse sale dell’attuale museo… Io che, come giornalista, sono abituato a scrivere articoli su articoli, oggi faccio difficoltà a trovare le parole. Mi affido, pertanto, ai versi intensi di Francesco Guccini:
“Son morto con altri cento, son morto ch’ ero bambino,
passato per il camino e adesso sono nel vento e adesso sono nel vento….
Ad Auschwitz c’era la neve, il fumo saliva lento
nel freddo giorno d’ inverno e adesso sono nel vento, adesso sono nel vento…
Ad Auschwitz tante persone, ma un solo grande silenzio:
è strano non riesco ancora a sorridere qui nel vento, a sorridere qui nel vento…
Io chiedo come può un uomo uccidere un suo fratello .
eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento, in polvere qui nel vento…
Ancora tuona il cannone, ancora non è contento
di sangue la belva umana e ancora ci porta il vento e ancora ci porta il vento…
Io chiedo quando sarà che l’ uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare e il vento si poserà e il vento si poserà…
Io chiedo quando sarà che l’ uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare e il vento si poserà e il vento si poserà e il vento si poserà…”
Dopo questa toccante poesia, lascio parlare le immagini, sicuro che “la memoria di quel luogo”, dove tanti uomini, donne e bambini trovarono la morte, sia per tutti noi monito a non ripetere tragedie così immani e ingiustificabili.
Luigi Medea