L’elettrodotto di Terna non poteva essere costruito. E’ stato realizzato senza attendere il preventivo e propedeutico nulla osta da parte della autorità pubbliche competenti preposte alla vigilanza e al controllo della corretta osservanza delle prescrizioni impartite con il decreto VIA n 510 del 13 settembre 2011. Dei 40 piloni previsti ne sono stati controllati solo 7 e di questi ultimi solo 4 sono a norma di legge, per gli altri sono stati predisposti spostamenti. “Lo diciamo in consiglio regionale da un anno e mezzo – commenta Sara Marcozzi M5S – lo abbiamo detto più volte, abbiamo presentato risoluzioni, abbiamo chiesto e ottenuto un consiglio straordinario, abbiamo fatto votare all’intero consiglio un impegno da 21 punti. Abbiamo combattuto contro una Regione sorda che non ha voluto ascoltare nè il M5S nè i cittadini. Oggi, che ad confermare le nostre ragioni è il Commissario delle Autorità dei Bacini, Alessandro Di Biase, con quale coraggio il presidente D’Alfonso e il delegato all’ambiente Mazzocca parleranno con gli abruzzesi?”
È questo l’amaro interrogativo che si pone Sara Marcozzi, consigliere Regionale del M5S che insieme ad i parlamentari a 5 stelle e ai colleghi regionali è stata sempre presente in prima fila nella lotta all’elettrodotto Villanova Gissi. “Loro “politicheggiano” tra spiegazioni vacue e scarica barile, intanto l’elettrodotto lo hanno terminato e i cittadini che hanno protestato si ritrovano querele e milionarie richieste di risarcimento del danno sulle spalle” continua Marcozzi “Citati per aver difeso un diritto legittimo e che oggi è suggellato anche da un organo terzo che ci da ragione. Una ragione che fa ancor più male” afferma il consigliere 5 stelle “perché dobbiamo assistere all’arroganza politica che spinge, ad esempio, il consigliere Mazzocca a criticare l’operato del M5S che nonostante occupi i banchi dell’opposizione ha lottato e proposto iniziative sin dal primo giorno con atti concreti e non chiacchiere per tutelare i cittadini. Una ragione che, a questo punto, meriterebbe le dimissioni del consigliere di Sel, componente del governo regionale, che sì, lui sì dovrebbe e avrebbe l’autorità di agire ma non lo fa, dimenticando che i cittadini si aspettano da lui di essere tutelati da ecomostri come l’elettrodotto. Il capitolo elettrodotto segna l’ennesima prova dell’inerzia di questo Governo Regionale, forte con i deboli e debole con i forti, peccato che a pagarne le spese non saranno i signori del potere ma i cittadini e chi ha deciso di lottare al loro fianco.”