Maria Amato sarà candidata alle primarie del centrosinistra in programma il 6 marzo. La deputata del Pd ha sciolto la riserva ieri dopo essersi confrontata con il capogruppo alla Camera, Ettore Rosato. Di fronte alle sollecitazioni del suo partito, nella persona del segretario regionale, Marco Rapino che le ha chiesto ufficialmente di scendere in campo parlando di candidatura di “alto profilo”, la Amato non ha esitato neanche un attimo. Ha accettato la sfida, pur nella consapevolezza di dover rinunciare, nel caso in cui venisse eletta, al suo ruolo di parlamentare, incarico incompatibile con quello di sindaco.
“Mi candido”, spiega la deputata raggiunta al telefono a Roma durante i lavori della 12a Commissione sugli sprechi alimentari, “mi candido perché il mio partito, nella persona del segretario regionale, Rapino, mi ha chiesto di porre la mia esperienza e la mia professionalità al servizio della città. Mi candido con spirito di servizio e con l’ambizione di chiamare alla partecipazione attiva tutti i miei concittadini. E’ una decisione che ho preso con slancio, consapevole di quanto è complessa la partita”, aggiunge la Amato, “comincio una nuova avventura. So che se sarò eletta dovrò rinunciare al Parlamento, ma al di là della incompatibilità sono perfettamente consapevole che il sindaco di Vasto non può avere impegni da un’altra parte”.
Prima che Maria Amato sciogliesse la riserva sono state ore febbrili nel Pd alle prese con il nodo candidature: domani alle 20 scadono i termini per presentare le richieste di partecipazione alle primarie del centrosinistra che si terranno una settimana prima dell’altro schieramento.
Ora sono due i nomi certi: quello della Amato e di Francesco Menna, capogruppo consiliare del Pd, mentre non sarà della partita Domenico Molino, consigliere comunale democratico, che, secondo indiscrezioni, si sarebbe candidato nel caso in cui la Amato non fosse scesa in campo. Ora si attendono le mosse degli alleati che in queste ore stanno decidendo cosa fare. Sel potrebbe convergere su Menna – che si è proposto di fare da ponte fra il Pd e la sinistra della coalizione – o presentare un proprio candidato. In questo caso la scelta ricadrebbe sulla consigliera Paola Cianci.
Stesso discorso per il partito socialista che nei giorni scorsi ha bacchettato il sindaco Luciano Lapenna per la “gaffe” del manifesto sulla inaugurazione della scuola di Pagliarelli, in programma domenica alle 10.30, dove figurano diversi nomi di assessori comunali, tranne quello di Luigi Masciulli, delegato alla pubblica istruzione. Una dimenticanza grave per il segretario Luigi Rampa che ha stigmatizzato “questo sistematico atteggiamento di mettere ai margini il Psi non coinvolgendo l’assessore Masciulli”.
Anna Bontempo