“La notizia che la regione Toscana ha approvato una legge che fissa regole e comportamenti precisi per contenere numericamente gli ungulati è cosa estremamente positiva che l’ Abruzzo dovrebbe presto fare visto che altre strade, come gli abbattimenti con il selecontrollo ed una regolamentazione imposta dall’alto e contestata dalla base del mondo venatorio, hanno palesato gravi insufficienze. E’ giunta l’ora che anche da noi presto si passi dalla parole ai fatti dando così una risposta concreta e duratura alla quotidiana richiesta che s’eleva dalla pubblica opinione oberata dal concreto pericolo che arriva nell’eccessivo ed elevato numero di cinghiali sempre più nocivi per la pubblica incolumità ed ormai dannosi per il comparto agricolo. Il comparto agricolo a causa di questo fenomeno è sempre più protagonista di un processo di sistematico abbandono produttivo che sta generando una preoccupante desertificazione ambientale.” Così dichiara Camillo D’Amico a commento della legge regionale della Toscana approvata due giorni fa in Consiglio che tende a ridurre drasticamente il numero degli ungulati in questa regione. “La regione Toscana ha scelto di dare spazio agli abbattimenti non certo per premiare la casta dei cacciatori ma per mettere a sistema l’unico vero metodo di contenimento concreto. Il tutto dovrà avvenire al cospetto di una serie di rigide regole e controlli anche di natura sanitaria essendo poi, i capi abbattuti, destinati sia alla trasformazione che al consumo fresco della carne. Non si tratta di eradicare alcuna specie ma solo di riportarne il numero in una condizione fisiologica ed accettabile facendo diventare la vicenda da problema ad opportunità di lavoro e reddito. Noi non dobbiamo inventarci nulla ma solo imitare l’esempio di chi ha fatto prima e meglio di noi.” Conclude il presidente della Copagri Abruzzo.