La Corte d’Appello dell’Aquila ha assolto, perché il fatto non sussiste, Armando Corvino, Teodoro Spadaccini, Marco Corvino e Giovanni Corvino da una serie di reati a loro contestati dalla Procura della Repubblica di Vasto, legati alla realizzazione di un edificio in via San Michele a Vasto. Gli imputati erano difesi dall’Avv. Giampaolo Di Marco e Vittorino Facciolla.
Tra le motivazioni della sentenza si legge che “non risulta che siano stati eseguiti lavori difformi rispetto a quanto assentito dalla Soprintendenza. Non vi è stata dunque, nessuna violazione dell’ordine di sospensione dei lavori”.
Per i giudici d’appello risulta corretta anche la valutazione del consulente della difesa, l’Ingegnere Giovanni Menditto, in merito alla regolarità delle opere eseguite per ciò che concerneva il presunto innalzamento delle quote rispetto a quelle originarie del terreno con la realizzazione di terrapieni artificiali.
Altro punto importante era quello relativo all’altezza del fabbricato. Il perito del Tribunale aveva erroneamente valutato l’altezza media del fabbricato utilizzando come parametro di riferimento la quota del terreno al piano di campagna. Secondo la Corte invece essa va valutata utilizzando come parametro di riferimento la quota del terreno a sistemazione avvenuta, così come prescritto dagli artt. 51 e 52 Norme tecniche attuative del PRG del Comune di Vasto e come fatto correttamente dal progettista.
La Corte ha, infine, affermato che le opere risultano conformi ai permessi di costruire n. 443 del 2006 e n. 184 del 2007, quest’ultimo rilasciato in variante.
Al termine del processo l’Architetto Corvino ha dichiarato, riprendendo una frase di Adolf Loos, insigne architetto di inizio del secolo scorso: “la verità, anche se vecchia di secoli, ha con noi un legame più stretto della menzogna che ci cammina al fianco”.