Nei giorni 4-5-6 marzo 2016 si sono svolti presso la Parrocchia di San Marco Evangelista di Vasto gli Esercizi Spirituali, predicati dal Gesuita Padre Gaetano Piccolo. A presentare il bravo sacerdote è stato il parroco don Gianni Carozza, che ha richiamato l’importanza di una più intensa riflessione spirituale in questo periodo di preparazione alla Pasqua. Nella prima serata Padre Gaetano ha iniziato il suo intervento, presentando due slide: il quadro delle Sette opere di Misericordia, dipinto dal Caravaggio, e l’immagine del Sacro Cuore. Nel quadro, che si trova nella Cappella del Pio Monte della Misericordia di Napoli, sono concentrati in una visione d’insieme diversi personaggi, ma l’opera può essere confusa con una semplice scena di genere, tant’è vero che sembra ambientata in un tipico vicolo popolare della città. “Uno stimolo importante, questo, – ha subito sottolineato Padre Gaetano – per capire che la misericordia si scopre in qualcosa di estremamente umano e si vive nella vita quotidiana”.
L’immagine del Sacro Cuore, legata alla spiritualità dei Gesuiti, richiama il pensiero del Card. Kasper, quando scrive che la misericordia ha a che fare con il cuore da donare agli altri, sull’esempio di Gesù. Dopo queste premesse, Padre Gaetano ha approfondito il tema della “misericordia come questione di umanità” attraverso una incisiva spiegazione del passo del Vangelo di S. Luca, dove Gesù risponde al dottore della legge che per metterlo alla prova gli chiede: “Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?”, raccontando poi la parabola del Buon Samaritano, per far comprendere che la misericordia riguarda l’uomo, qualsiasi uomo, e si realizza negli incroci che la vita ci offre, dove si decide la nostra umanità. Da Gerusalemme (la città del Tempio) a Gerico (il luogo delle miserie dell’uomo) scende un uomo che incappa nei briganti, i quali lo spogliano e lo feriscono, lasciandolo mezzo morto. Scende per caso anche un Sacerdote, vede quel poveretto, ma passa oltre. Anche un Levita ha lo stesso atteggiamento di indifferenza. Non così un Samaritano. Incrocia quell’uomo e si ferma non per motivi religiosi, ma per umanità verso un proprio simile, prendendosi cura di lui e facendosi “prossimo” di colui che è incappato nei ladroni.
“Ecco – ha concluso Padre Gaetano – la misericordia ci chiede di comprometterci e di rischiare per gli altri. Noi saremo capaci di fermarci, se nell’uomo mezzo morto per strada vedremo noi stessi, la nostra umanità”. A questo punto il Gesuita ha consegnato un foglietto con alcune domande su cui ognuno doveva concentrare la propria attenzione, in particolare: Cosa mi spinge a fermarmi davanti al volto dell’altro e cosa invece mi induce a non fermarmi? Ho fatto esperienza di essere soccorso da Gesù-Samaritano, mentre mi trovavo mezzo morto per strada? Dopo una ventina di minuti passati in Chiesa, si è tornati nel Salone parrocchiale, dove alcuni dei partecipanti hanno condiviso la loro personale riflessione.
Nella seconda serata Padre Gaetano ha centrato il suo approfondimento su come vivere la Pasqua come “Pasqua di Misericordia”, individuando nove personaggi del racconto evangelico della Passione e facendo dire ad essi una particolare espressione: la donna di Betania (“Chi ama, spreca”), Giuda (“Basta con tutte queste chiacchiere, sono stanco”), Pietro (“Sempre sicuro di sé”), Sommo Sacerdote (“E’ stato sempre così, perché adesso…?”), Pilato (“Dovrei… ma…”), Barabba (“Non capisco come… ma in effetti…”), Simone (“Perché proprio a me?”), Centurione romano (“Voglio capire meglio”), Giuseppe di Arimatea (“E’ stato bello, ma è finita”).
Naturalmente di ogni personaggio Padre Gaetano ha individuato gli atteggiamenti più caratteristici, per spiegare meglio il contenuto delle frasi appena accennate. Molto stimolante è stato quello sulla donna di Betania, che rompe il vasetto prezioso di nardo purissimo per ungere i piedi di Gesù, perché “non c’è altro modo di amare se non lo spreco”. Ma incisivi sono stati anche gli spunti di riflessione sugli altri personaggi: Giuda, che stanco di aspettare si decide di tradire Gesù; Pietro che crede di contare solo sulle sue forze; il Sommo sacerdote che si straccia le vesti perché non accetta la verità e vuole rimanere nella sua ipocrita tranquillità; Pilato che è sballottato dalle opinioni altrui e va in crisi perché ha paura che vada in pezzi la sua immagine politica; Barabba, che non merita la salvezza, ma viene salvato perché Gesù prende il suo posto; Simone di Cirene, che è costretto a portare la croce (ma la sua sofferenza è valorizzata da Dio); il centurione, che si lascia sconvolgere dall’evento tragico della morte di Gesù, pur essendo un pagano; Giuseppe di Arimatea, l’uomo pio, che dimostra una fede senza speranza.
Ognuno dei partecipanti all’incontro ha avuto la possibilità di chiedersi in quale personaggio vedeva maggiormente riflessa la sua vita e chiedersi dove si cela la divinità durante la personale ricerca nella Passione di Cristo, che è anche la Passione di ogni uomo. Gli Esercizi Spirituali si sono conclusi Domenica mattina con la Concelebrazione della S. Messa, presieduta da Padre Gaetano. Don Gianni ha ringraziato il Gesuita per questo prezioso dono offerto alla Comunità parrocchiale. Ed ha subito aggiunto: “La tua semplicità e il tuo saper spezzare la Parola ci hanno profondamente commosso. Torna presto tra noi!”
Luigi Medea