Una folla commossa di parenti, amici, e colleghi di lavoro ha dato ieri l’ultimo saluto a Fernando Fantini, psichiatra-psicoterapeuta, medico del Ser.D (Servizio per le dipendenze patologiche) di Vasto, oltre che docente universitario alla Facoltà di Psichiatria di Chieti.
Il professionista è morto all’età di 58 anni, all’Ospedale Università Cattolica del Sacro Cuore di Campobasso, dove era stato ricoverato in seguito ad un malore che lo ha colpito mentre era in viaggio per far ritorno a Vasto dopo la partecipazione ad un congresso.
Sottoposto ad un intervento chirurgico d’urgenza nel presidio molisano non ce l’ha fatta: è morto venerdì notte. I funerali sono stati celebrati a Lanciano, sua città d’origine. Nella cattedrale, gremita di centinaia di persone che con la loro presenza hanno voluto rimarcare la stima per l’uomo e per il professionista, oltre alla vicinanza alla moglie Rosetta, distrutta dal dolore, l’atmosfera era surreale.
“Siamo sgomenti ed addolorati”, ha esordito Don Leo De Felice interpretando il sentimento di amici, parenti e colleghi di lavoro, “Fernando non era solo un valido professionista, ma era soprattutto un uomo dalla grande umanità, pieno di gioia di vivere e con una particolare sensibilità alle problematiche sociali. Conosciamo tutti il suo impegno a favore delle persone più fragili”, ha sottolineato il sacerdote.
Un ricordo struggente dello psichiatra è stato affidato alle parole di chi, in questi anni, ha collaborato con lui nelle tante attività di volontariato. E’ il caso di Alessandra Campitelli, che con Fantini ha condiviso la bella avventura dell’associazione Ama Frentania di cui lo psichiatra era presidente. O di Giovanna Sciorilli che, tra le lacrime, ha ripercorso le tappe fondamentali della nascita del primo Club alcologico territoriale a Lanciano.
La struttura, fondata nel 1997 da Fantini, ha aiutato decine di persone nel lungo cammino verso la sobrietà ed il recupero graduale della propria vita.
Anna Bontempo