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MotoGp, Iannone cade e vince Lorenzo

 

 

Datemi una gomma qualsiasi e solleverò la coppa. Cambia la base di appoggio, dalla Bridgestone alla Michelin, ma il risultato non cambia: alla fine vince sempre lui, Jorge Lorenzo, primo in Qatar davanti a Dovizioso e Marquez nel GP che apre l’era del nuovo fornitore di pneumatici e dell’elettronica unica. Il maiorchino anche con le gomme francesi riesce a imporre la sua legge, senza però poter mettere in pratica la sua tattica preferita: fuga per la vittoria. Il Martillo non ha avuto vita facile: prima ha dovuto inseguire le Ducati, per poi reggere alla distanza e gestire il degrado delle gomme, la vera incognita della gara, anche alla luce delle differenti scelte, con le due Ducati e Vinales su soft davanti e dietro; Lorenzo dura e soft; Marquez e Rossi dura e media.

ROSSI — Rossi ha reso meno delle aspettative: ha chiuso 4° fuori dal podio dopo una gara in cui non si è mai affacciato nelle prime posizioni da protagonista. Il suo week end è comunque vincente per il contropiede-contratto e la sfida anche provocatoria al rivale Lorenzo. Quel “per andare in Ducati servono gli attributi e secondo me lui non li ha”, è un altro sopraffino esercizio di pressione psicologica operato verso il nemico dichiarato, già attaccato in pista al sabato con una gestualità eloquente. Che però in pista ha respinto l’assalto. C’è tempo per rivedere questo confronto per il resto della stagione, con le Ducati e Marquez molto più che variabili.

TRANQUILLITÀ LORENZO — Messo in un angolo, mediatico, dalla firma di Valentino, che gli ha lasciato il cerino in mano sul rinnovo in Yamaha, Jorge ha risposto a modo suo, vincendo, e può sfogliare la margherita-Ducati, anzi la ros(s)a, – vado, non vado, vado, non vado -, con assoluta tranquillità. Ha già incamerato i primi 25 punti di stagione, mettendosi in fuga e nella condizione psicologica migliore. “Stare davanti dall’inizio del mondiale conta molto, perché obblighi gli altri a inseguire”, aveva detto. Missione compiuta. Non è stato però facile, visto che il confronto è stato molto serrato e il livello medio, quest’anno pare più altro. 5° Pedrosa, 6° Vinales che con la Suzuki non ha brillato come in prova ma che posta a casa un risultato di sostanza.

LA GARA — Via con la catapulta Lorenzo subito al comando, tallonato dalle Ducati di Iannone e Dovizioso, con Rossi che guadagna una posizione e si piazza davanti a Marquez. Al primo rettilineo, però il motore fa decollare le Ducati come se fossero di un’altra categoria: sorpasso in coppia e i due Andrea vanno al comando. Marquez risale al 4° e il quintetto si stacca dagli altri. Brividi dal al 6° giro: Dovi passa, ma Iannone si ri infila con decisione; poche curve e l’abruzzese vola per terra alla curva 13 dopo aver toccato il cordolo interno. Peccato di frenesia e peccato per la sua gara. La battaglia è serrata, Lorenzo al 9° è di nuovo davanti, mentre la coppia Marquez-Vale, a parità di gomme, pare attendere. A 8 tornate dalla fine lo squillo di Rossi, il giro più veloce, sembra il preludio della sua rimonta, ma resta fine a se stesso. Il guizzo lo prova Marquez, ma Dovizioso non si fa intimorire. Cadute, oltre che per Iannone anche per Crutchlow, Bradl e Baz. Aprilia a punti con Bautista, 13°. (gazzetta.it)

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