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“La polemica di Smargiassi mi appare a dir poco ingenerosa nei confronti della storia dei rapporti fra la casa penitenziaria e il territorio”

 

Per tanti anni ho collaborato con la Casa Circondariale di Vasto, prima come volontario su tematiche ambientali e poi, quando lavoravo nell’area naturale, come operatore della Riserva di Punta Aderci. Sono orgoglioso di avere lavorato con il personale della Casa Circondariale e avere dato il mio modesto contributo, insieme a tutti i volontari ed operatori di associazioni e cooperative,  a fare sì che la stessa assumesse un ruolo importante nel panorama delle strutture carcerarie italiane.

Non sono un esperto in materia, ma i riconoscimenti avuti dal progetto “Marina mia”, un esempio fra tanti, sono certo  abbiano assolto al duplice ruolo di valorizzare l’aspetto educativo del “recupero” della Casa Circondariale nei confronti dei detenuti e, come positivo effetto collaterale, di avere dato lustro al nostro territorio.

Non conosco nei dettagli la situazione recentissima e non so se il termine “eccellente” (usato dalla sottosegretaria Chiavaroli, dopo la sua visita alla struttura) sia il più calzante, ma la polemica del consigliere regionale Smargiassi mi appare a dir poco ingenerosa nei confronti della storia dei rapporti fra la casa penitenziaria e il territorio e nei confronti di tutti i protagonisti di questa storia, detenuti compresi ovviamente.

Se, prima di rivestire il loro ruolo in Regione e Senato , il consigliere  Smargiassi e il senatore Castaldi avessero  frequentato, almeno qualche volta, il modo delle associazioni e del volontariato, avrebbero avuto un’idea più chiara  e completa della situazione. Avrebbero potuto rimarcare con più cognizione di causa gli aspetti da migliorare e non avrebbero potuto ignorare il grande lavoro svolto, in anni e anni di lavoro e da tutte le parti in causa, su questa struttura e che, pur  con tutte le difficoltà della trasformazione in Casa Lavoro, in parte continua.

Poiché il mondo non è a compartimenti stagni e tutte le cose sono collegate, non posso non fare altra osservazione sul ruolo dei rappresentanti istituzionali, soprattutto se appartenenti ad un “movimento” (5Stelle) che fa della “diversità” dal resto del mondo politico un fiore all’occhiello.

Per rimanere su tematiche ambientali, constato che l’assenza dei due politici, come in passato dalla vita delle associazioni ,  continua ancora oggi su importanti argomenti come il Referendum sul petrolio del 17 Aprile : non ho sentito un solo loro intervento articolato sulla questione, importantissima per l’Abruzzo e per Vasto. Spero quindi di avere dato stimoli giusti per una loro migliore conoscenza della struttura carceraria di Vasto e per una loro presenza più fattiva al fine di uno sviluppo responsabile del nostro territorio : come accennavo prima, le due cose non sono scollegate, ma fanno parte di un unicum sociale, culturale e ambientale che ogni politico deve conoscere bene e, possibilmente, frequentare.

Stefano Taglioli, ambientalista e naturalista per passione

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