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Le due verità: scienza e fede, Dio e ragione

Tempo di Pasqua. Un evento complesso, ricco di suggestioni e mistero. Si celebra la Risurrezione di Cristo. E’ la metafora del rinnovamento dello spirito e dell’aspirazione dell’essere umano alla dimensione del trascendente e all’immortalità dell’anima. Nell’occasione, abbiamo chiesto al professor Guido Brunetti di illustrarci il delicato e difficile rapporto fra ragione e Dio, fede, verità e scienza.  “Come non sottolineare anzitutto -risponde Brunetti- le pagine memorabili di Hegel sull’immagine del Cristo risorto che rivela l’idea di una dimensione universale dell’essere umano e della vita. La Croce di Cristo risorto è il ‘dramma di Dio in Dio, il mistero dell’abbandono, la potenza abissale dell’assenza di Dio’.

Le due verità, dunque. Scienza e fede, Dio e ragione, corpo, cervello e anima. Sono compatibili o incompatibili ? La questione –risponde- suscita interesse e attrazione. E’ uno dei maggiori misteri irrisolti della storia della filosofia e della scienza. Un conflitto che attraversa in gran parte il pensiero dall’antichità ai nostri giorni. A cominciare da San Tommaso per il quale fra verità di ragione e verità di fede non c’è conflitto in quanto entrambe sono vie di conoscenza della verità a Sant’Agostino che teorizza questo rilevante principio: ‘Credo per comprendere (Credo ut intellegam), comprendo per credere’(intellego ut credam). Da una parte, il dominio della realtà verificabile come oggetto di sperimentazione; dall’altra, l’affermazione della dimensione del sacro, il mondo eterno dello spirito oltre quello caduco degli oggetti sensibili”.

Ci sono forti contrasti?

“Sono numerosi i conflitti e le divergenze in materia. Da un lato, ci sono i “creazionisti d’assalto”, come A. Plantinga, considerato il più noto esponente dell’epistemologia riformata, dall’altro un nutrito gruppo di autori, fra i quali Dawkins, Krauss, Hitchens, Harrison e Dennet, uniti da un comune obiettivo, quello di confutare l’esistenza di Dio, con argomenti-precisa lo scienziato A.D. Aczel- ‘tendenziosi’. Le nostre conoscenze di fisica- affermano – provano che Dio non esiste e dunque l’idea di Dio e la scienza ‘non possono coesistere’. Dawkins e Dennet, dopo aver dichiarato che non esiste nessuna evidenza per nessuna delle storie della Bibbia, tentano di sostituire Dio con l’evoluzione, dicendo che non c’è bisogno di un ‘creatore’. Questa idea proviene da Darwin, un autore che ha determinato una svolta radicale con la sua teoria dell’evoluzione, la quale sostiene che la vita è governata per l’appunto ‘non da un creatore’, ma dal ‘caso’ e si è evoluta da forme più semplici a organismi più complessi.

Sulla base della teoria dell’evoluzione, questi studiosi ritengono che l’essere umano è un ‘oggetto materiale’, senza sé immateriale o anima o soggettività.

Altri autori, come ad esempio il filosofo Plantinga, pensano invece che non solo la teoria evoluzionistica è compatibile con il Dio cristiano, ma anche che ‘sarebbe strano che le meraviglie del mondo siano il risultato di una evoluzione non guidata’. Secondo il teismo classico, Dio esiste ‘necessariamente’; ‘esiste in ogni modo possibile’. Non c’è dunque alcun conflitto, secondo questa concezione, tra il credo cristiano e la scienza, tra fede e ragione. Essi sono del tutto ‘compatibili’. Anche il grande biologo S. J. Gould dichiara la compatibilità di scienza e religione e aggiunge che il problema dell’esistenza di Dio si colloca al di fuori della scienza. ‘Non sono credente- chiarisce-, sono un agnostico’, ma ‘nutro un grande rispetto per la religione’. Evoluzione e fede in Dio, per P. Teilhar de Chardin, ‘non sono in contraddizione’ e l’evoluzione ‘non sostituisce Dio’. Il quale agisce proprio ‘attraverso l’evoluzione’. Parla molto di Dio Einstein: ‘Noi -scrive- vediamo il nostro Dio nel mirabile ordine e legalità di tutto ciò che esiste’. Chiunque si occupi di scienza -prosegue- si convince che una sorta di ‘spirito’, di gran lunga superiore a quello umano, si manifesta nelle leggi dell’universo. Un universo ordinato, creato da Dio’. Altri scienziati, come D. Lodge, hanno spiegato che il paradosso della ‘doppia verità’ si può conciliare e che ‘non c’è nulla nella teoria dell’evoluzione che contraddica la fede’. Scienza e fede, sacro e ragione sono- concorda lo scienziato inglese J. Hannam- ‘due grandi forze’ del pianeta, che richiedono pertanto un fecondo ‘dialogo’ fra scienziati e gente di fede . Occorre quindi andare oltre la contrapposizione tra scienza e religione, poiché la scienza non costituisce ‘un’alternativa’ alla dimensione del sacro. Al contrario del neo-ateismo impersonato da autori, come Dawkins, Dennet, Harris ed altri, lo scienziato McGrath giudica che l’idea di Dio e il bisogno di Dio siano “cablati all’interno della nostra mente”. La scienza arricchisce la religione e questa arricchisce la scienza. Sono entrambi espressione dello spirito, cioè saperi complementari, che perciò richiedono il superamento del paradigma dell’incompatibilità in favore di una costruttiva integrazione”.

C’è Dio, professor Brunetti?

“E’ il mistero più grande di tutti. Possiamo discutere sull’esistenza di Dio in eterno. Finora, la verità è al di fuori, come concordano autorevoli neuro scienziati, della nostra capacità di raggiungerla. La scienza, contrariamente alle affermazioni degli scienziati e dei filosofi da noi citati, non prova che non c’è nessun Dio. Le scienze fisiche non contraddicono l’esistenza di Dio. Scienza e spiritualità in sostanza sono due risposte al problema della realtà e tentano entrambe di far luce, secondo il matematico e filosofo Enriques, sui misteri del nostro mondo. Fatto che esprime ‘l’unità’ dello spirito scientifico e dello spirito religioso, ossia l’unità dello Spirito Assoluto. Scienziati, come Newton, il fisico Brunhes e il filosofo Meyerson, hanno cercato ‘rifugio’ nella Provvidenza, a testimonianza dell’universalità della dimensione spirituale.

   Come non ricordare infine le pagine memorabili di Hegel sul dialogo fra ragione e fede, Spirito Assoluto e Dio?

La matematica, la fisica, la biologia, la cosmologia, la genetica, l’evoluzione, ecc., quando si tratta di ‘determinare’ se Dio esista o no, la scienza presenta limiti evidenti. Ci sono fatti, per lo scienziato Amir D. Aczel, che sono ‘oltre la nostra conoscenza’. La scienza dunque non ha confutato con l’evidenza dei fatti l’esistenza di Dio. Dio è oltre la nostra capacità di comprensione, al di fuori della nostra portata. La scienza non ha ancora capito come siano scaturiti mente, cervello, linguaggio, coscienza, pensiero simbolico, Big Bang, le cellule più avanzate della vita”.

 

Quali, le sue conclusioni?

 

“Dobbiamo rafforzare un concetto basilare sostenuto da due punti fermi: 1.Tutte le teorie scientifiche non hanno sinora fornito ‘alcuna prova’ che l’idea dell’esistenza di Dio sia errata; 2. Non c’è poi alcun “risultato” che possa avallare scientificamente che Dio non esiste. Scienza e religione costituiscono- d’accordo con Tattersal- due straordinarie e meravigliose forme dello spirito umano e per questo fanno ‘parte integrante’ della ricerca della verità”.

 

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