“La raccolta differenziata? Un autentico flop”. Ha dato la stura a più di una polemica il recente intervento del sindaco Luciano Lapenna che, tracciando un bilancio dei risultati raggiunti a distanza di sette anni dall’avvio del servizio porta a porta, ha parlato di una percentuale del 60%.
A smentirlo non sono solo i dati della Pulchra – la società pubblico-privata in cui il Comune è socio di maggioranza e che mensilmente pubblica i report sul sito istituzionale – ma anche i suoi oppositori che hanno preso la palla al balzo per sferrare un duro attacco all’amministrazione comunale.
“Non è pensabile, in una città di oltre 40mila abitanti, svolgere un servizio porta a porta di raccolta rifiuti, che oltre ad essere eccessivamente costoso in termini economici, è assolutamente non funzionale alle esigenze dei cittadini”, sostiene Marco Di Michele Marisi, responsabile Giovani in Movimento, “funzionale, meno costoso e sicuramente degno di un paese civile, sarebbe stata la individuazione di punti nei quali collocare isole ecologiche con i cassonetti di ogni tipologia di rifiuto nei quali ognuno avrebbe potuto conferire l’immondizia appena prodotta. In particolar modo nelle zone rurali della città, la raccolta porta a porta si è rivelata un vero e proprio disastro, con rifiuti costantemente presi di mira da animali”.
A contribuire al flop è la mancanza dell’isola ecologica, il cui cantiere è fermo da anni in località San Leonardo. A meno di due mesi dalla scadenza del mandato amministrativo non è neanche stata indetta la gara per il completamento dell’eco-piazzola. E che dire della tassa sui rifiuti che invece di diminuire aumenta?
“Nonostante si sia arrivati ad una percentuale di raccolta differenziata pari al 50 %, la Tari sale di anno in anno, invece di scendere”, sottolinea Marisi, “ un paradosso. In un solo anno, dal 2015 al 2016, la tassa sui rifiuti è aumentata del 6,40 %. Se manca il vantaggio economico per i cittadini, fermo restando che almeno quello ambientale dovrebbe essere scontato, come si può pensare di invogliare a differenziare? “.
Anna Bontempo