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La scomparsa dei paesi del Medio e Alto Vastese: i candidati sindaci cosa dicono?

Riceviamo e pubblichiamo. Qualche politico candidato Sindaco a Vasto, così preso dall’organizzare cene e porchette, molto presente nelle occasioni di sfratti di alloggi occupati abusivamente da persone in difficoltà economiche e che parla di una Vasto turistica capoluogo, – in un progetto che non riusciamo a capire quale sia,- ha rivolto la sua attenzione e lo sguardo verso i paesi collinari e montani che si spopolano e muoiono? Penso che no! Le attenzioni sono rivolte altrove come abbiamo detto e ripeteremo nei comizi a breve.

Io candidato sindaco a Vasto prendo lo spunto invece da Palmoli, piccola comunità del Medio Vastese collinare dove una storica istituzione religiosa della Casa Sacra Famiglia del convento, che per molti anni ha vissuto organizzando e arricchendo occasioni di vita sociale, chiude i battenti, e proprio il giorno 17 aprile, giorno in cui al mattino si sarebbe dovuto officiare la Messa delle 11 in Chiesa, un rito considerato storico dalla comunità, si spegne senza parroco officiante. La fine delle tradizioni religiose accompagnano la fine dei piccoli paesi, la fine di una civiltà contadina, la fine di una identità.

Qualche tempo fa, ascoltavo sindaci del Medio e Alto vastese lamentarsi della scomparsa dei servizi (guardia medica, farmacia, scuole, poste) a quei pochi residenti rimasti coraggiosamente a vivere in quelle realtà. Un discorso che preludeva comunque alla estinzione per i continui abbandoni e spostamenti verso la costa, praticamente su San Salvo e Vasto che sono divenuti enormi centri urbani ma con serie contraddizioni sociali ed urbanistiche. In effetti se qualcuno dovesse raggiungere questi paesi, non troverebbe che case vuote, piazze deserte, mura che cadono, chiese senza sacerdoti, campanili in oblio, comuni senza segretario comunale, senza geometri o servizi tecnici. Un patrimoni immobiliare perduto. Resta il Sindaco con la retribuzione mensile, che a volte funziona come stipendio perché lavoro non si trova. Tutta la politica e tutti i politici distratti, mentre lentamente questi paesi si avviano verso la morte dolce. Un processo che investe quasi tutti i paesi dell’area medio e alto vastese: Lentella, Fresa, Dogliola, Palmoli, Carunchio, Torrebruna, Celenza, Schiavi, Castiglione, Furci, Fraine, Liscia, solo per ricordarli. Sembra che questo processo sia stato deciso razionalmente soprattutto dalla incapacità delle classi dirigenti del bel paese. Frane e inselvatichimento delle zone collinari e montane sono costantemente in agguato, dissesti e microfrane che feriscono assetti stradali su cui la Provincia non potrà intervenire come ai tempi antichi accadeva con i lavoratori provinciali: “i cantonieri”.

Sarebbe utile che si approntasse un gruppo di giovani laureati o studenti universitari che iniziassero una ricerca studio in loco per darci un quadro della situazione. Eppure le zone collinari e montane sono ricchissime di pregi ambientali e di risorse incomparabili. Dai frutti, ai prodotti della terra, dall’ulivo al tartufo, all’acqua, all’aria: eppure i giovani e la gente abbandona l’aria pura e incontaminata, le acque sorgive, per inquinarsi sempre di più sulla costa dove il caos automobilistico è invasivo e micidiale con le sue emissioni di particolato contenente arsenico, piombo, cadmio, veleni assoluti. E la classi dirigenti locali e regionali che idea hanno di progettare un nuovo modello per quelle aree interne? Lo Stato centrale cosa intende per crescita economica? Come può crescere la economia e nuove relazioni umane in quelle zone se si assiste ai fenomeni di erosione, incuria, abbandono, assenza di manutenzione della montagna? I candidati sindaci a Vasto che idea hanno? Pensano di accrescere demograficamente la nostra città favorendo queste emigrazioni interne a detrimento e svuotamento dei paesi piccoli con una nuova espansione urbanistica? Non è un problema politico sociale economico questo? Non andrebbe affrontato con strumenti e capacità di comprensione che ci riguarda tutti? E per finire: i sindaci dei paesi che lentamente muoiono, in questi anni sono stati capaci di porre al centro i gravi problemi che affliggono le loro comunità proponendo alla istituzione regionale e statuale e alla comunità europea un progetto unitario per dare importanza e valore a territori la cui bellezza e ricchezza interna potevano garantire non lo svuotamento ma un nuovo incremento demografico e ricchezza sociale, con una nuova economia dove la montagna e la collina ricca di risorse potevano modificare la vita e dare benessere? Pare che questo tema sia sfuggito ai candidati sindaci di Vasto che rincorrono illusioni proponendo programmi fumosi e irrealizzabili. Un fatto di cultura che la dice lunga su come saremo rappresentati da futuri ignoranti amministratori.

Ivo Menna
candidato sindaco, ambientalista storico,
coordinatore regionale ONA (osservatorio nazionale amianto)

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