Alla luce delle affermazioni del Consigliere Molino e delle dichiarazioni della Parlamentare Amato sul suo “non voto”, vogliamo cogliere l’invito alla riflessione offertoci e proporre un diverso punto di vista derivante anche da una serena analisi del voto a “bocce ferme”. Riguardo alla Parlamentare Maria Amato, che già in precedenza si era espressa relativamente ad un suo “pentimento” sul voto favorevole verso lo “Sblocca Italia”, continuiamo a rilevare la consueta difformità, tutta del centro sinistra, tra ciò che si dice e ciò che invece poi si fa. Crediamo invece che lo spocchioso intervento del Consigliere Molino, con un atteggiamento perfettamente conforme a quello di alcuni suoi, più blasonati, compagni di partito in forza all’attuale Parlamento (On. Carbone), sia da ritenere altamente offensivo di tutti quei cittadini (che invece dovrebbe rappresentare per il ruolo che riveste) che, nonostante l’istituzionale propaganda astensionista, si sforzano ancora di credere nella possibilità che il voto conceda, di determinare, con la propria volontà, l’indirizzo di un territorio, le politiche di una Nazione.
La lettura superficiale del risultato referendario che fanno alcuni politicanti locali, rende poco onore alla loro intelligenza, che si ferma alla pura e semplice valutazione del raggiungimento del quorum. Se questi sono gli analisti politici delle prossime Amministrative, sono certa, contro le loro previsioni, che i cittadini vastesi potrebbero riservargli anche inattese sorprese. Se è vero, come è vero, che a Vasto hanno votato quasi 16.000 persone, che rappresentano il 43,07% degli aventi diritto (di cui 15.000 hanno votato sì) ci permettiamo di suggerire un atteggiamento maggiormente rispettoso di chi ha inteso onorare con la sua presenza questo Referendum. Appare quanto meno presuntuosa la volontà di attribuire un senso politico a questa consultazione che, alla luce del risultato, e di quell’undici per cento in più rispetto al dato nazionale, non dovrebbe far gioire così il Consigliere Molino. Il Consigliere lega il “fallimento del referendum” ad una volontà “altra” dei cittadini rispetto alle priorità della Nazione. Vorrebbe desumere da ciò, di conseguenza, anche il fallimento dei partiti e dei movimenti che si sono fatti portatori del “SI”, mischiandoli tutti in uno strano coacervo di forze che, a suo dire, dovrebbero riflettere sul risultato referendario, facendo sottintendere, così, una sconfitta politica delle stesse, anche alle prossime Amministrative.
Non applicando gli opportuni distinguo tra la partecipazione all’elezione di un Sindaco e di un Consiglio Comunale e quella ad un quesito referendario monco, snaturato nel suo valore iniziale, volontariamente mal comunicato e soprattutto osteggiato nella sua partecipazione proprio da chi dovrebbe mostrare atteggiamento opposto, non solo mostra sommaria superficialità di analisi ma soprattutto scarsa conoscenza delle dinamiche che si legano al voto Amministrativo. Molino, chiude la sua disamina, individuando l’unico vincitore di queste elezioni nel Presidente Renzi. Ma questa non sarebbe una novità. Renzi vince sempre, soprattutto quando non è candidato.
Ludovica Cieri
Movimento 5 Stelle Vasto