Cinque divieti di balneazione, tre permanenti e due temporanei. Parte con il piede sbagliato la stagione 2016 anche se non è ancora tutto perso: la speranza degli operatori turistici e di chi sul mare e la spiaggia ha fondato la propria attività è legata ai risultati dei nuovi prelievi che l’Arta (agenzia regionale per l’ambiente) ha eseguito nei giorni scorsi
Analisi che potrebbero rimettere in discussione i divieti di balneazione disposti con l’ordinanza firmata dal sindaco Luciano Lapenna, sulla scorta dei campionamenti dell’anno scorso. In base a tali dati sono stati individuati tre tratti interdetti alla balneazione la foce del fiume Sinello, il Fosso Lebba (400 metri a nord e 350 metri a sud) e il porto di Vasto (per l’intero bacino). In queste zone il divieto è permanente. Sono invece temporaneamente interdetti alla balneazione la zona antistante il Fosso della Paurosa (nella riserva naturale di Punta Aderci) e il tratto nord del litorale di Vasto Marina. Si tratta di acque risultate “scarse” che potranno essere riaperte alla balneazione in seguito alla richiesta del Comune e solo dopo aver comunicato le misure di risanamento messe in atto e in base all’esito di due campionamenti consecutivi. Con il provvedimento sindacale viene incaricato l’ufficio servizi comunale per la collocazione di appositi cartelli di divieto.
“L’ordinanza del sindaco è un atto dovuto e fa seguito alla delibera della giunta regionale del 10 marzo 2016”, spiega l’assessore all’ambiente Marco Marra, “il provvedimento, come ho già precisato in altre circostanze, si basa sui prelievi effettuati dall’Arta tra agosto e settembre 2015. L’agenzia regionale per l’ambiente ha già eseguito nuovi campionamenti. Mi auguro che i risultati siano favorevoli, in modo tale da revocare i divieti temporanei”.
Sulle cause dell’inquinamento a nord del litorale vastese, nella zona del monumento alla Bagnante, il delegato della giunta Lapenna non si pronuncia.
“Potrebbero essere sversamenti abusivi”, dice Marra, “noi abbiamo sempre fatto di tutto per individuare le cause anche con la preziosa collaborazione della Capitaneria di porto. E’ stato fatto un grosso lavoro grazie al quale siamo riusciti ad intercettare interi condomini non in regola con gli scarichi”.
Nel frattempo cresce la preoccupazione tra gli operatori turistici che temono ripercussioni negative per l’imminente stagione estiva.
“In questo tratto di litorale non ci sono mai stati problemi”, commentano i titolari di alcuni stabilimenti balneari , “da questi parti il mare è sempre stato perfettamente balneabile. Il Comune deve darci spiegazioni. E’ quanto meno strano che venga interdetta la balneazione in un tratto che, peraltro, è stato oggetto di una serie di lavori per il convogliamento delle acque piovane”.
Il riferimento è alla realizzazione di una serie di interventi strutturali che la stessa amministrazione comunale non esitò a definire risolutivi quando nel 2011 scoppiò il caso Fosso Marino, il canale che sfocia vicino al pontile dove in pieno ferragosto venne installato un divieto di balneazione. Le opere in questione sono quelle appaltate nel 2012 alla ditta De Francesco costruzioni di Castelpetroso. L’impresa molisana si aggiudicò la gara praticando un ribasso del 40% sull’importo a base d’asta (440mila euro), per il convogliamento delle acque bianche e sorgive e per evitare, quindi, un sovraccarico della rete fognaria.
Anna Bontempo