Massimo Desiati, 59 anni, vastese, laurea in Giurisprudenza, un curriculum politico di tutto rispetto. Attualmente è consigliere comunale di opposizione di “Progetto per Vasto”, lista civica dell’omonimo movimento creato dallo stesso Desiati. Ora, appoggiato da cinque liste dell’area di centro-destra e da più Movimenti civici, si candida, come cinque anni fa, alla carica di sindaco. Per la precisione, dopo la vittoria alle primarie del 13 marzo scorso, che ha visto la partecipazione di quasi 5.400 elettori, l’aspirante primo cittadino è sostenuto da Forza Italia, Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, la già citata lista di “Progetto per Vasto” e poi altre due liste: “Unione per Vasto” e “Vastoduemilasedici”.
L’intervista, a tutto campo, avviene nel comitato elettorale di Massimo Desiati, in corso Europa.
Allora, Desiati, cominciamo in ordine cronologico, dalla sua vittoria alle primarie del 13 marzo. E’ stata la prima esperienza del centrodestra, per di più allargata ai movimenti civici, una scelta obbligata per dirimere controversie al vostro interno.
Una scelta determinata dalla necessità di individuare un metodo per giungere ad un’unica candidatura dell’area che si oppone all’attuale maggioranza amministrativa. In quest’area, infatti, più amici avrebbero potuto ambire alla candidatura e, probabilmente, le medesime divisioni di cinque anni fa avrebbero potuto produrre una nuova sconfitta. E’ stata, in definitiva, la volontà del nostro elettorato stesso ad indurre ad una decisione quale quella delle primarie. Non è certo con incomprensibili personalismi che sarebbe stato possibile costruire una coalizione e, ancor di più ed in prospettiva, un’amministrazione per il governo della città. L’altissima affluenza, poi, ha rappresentato un reale segnale della voglia di cambiamento da parte della popolazione.
Sicuro che dopo l’esito delle primarie i rapporti con Tagliente si sono rasserenati?
L’obiettivo è quello di governare Vasto e di governarla bene. In politica, le diversità, anche quelle determinate dal carattere delle persone, non possono essere anteposte alla scelta di programmi comuni e comuni finalità. E’ in gioco il futuro della nostra città.
La coalizione che La sostiene è composta da due partiti nazionali e da tre liste civiche, tra cui “Progetto per Vasto”, Sua “creatura”. A occhio, c’è una prevalenza dei movimenti locali. È stata una scelta o sotto c’è dell’altro?
Non c’è furbizia, se questo è ciò che sottende alla Sua domanda. L’amministrazione comunale uscente è dichiaratamente di centrosinistra e, nel confronto politico, appare ovvio che le si contrappongano partiti di centrodestra. Nel caso vastese c’è però molto di più. C’è l’insofferenza di una cittadinanza stanca dell’immobilismo, della sciatteria e dell’inconcludenza di un’amministrazione fatta di burocrazia, di mancanza di visione della città e di programmazione del suo sviluppo. A fronte di una situazione come questa, vuole che la cittadinanza non reagisca assumendo la responsabilità di costruire un’alternativa? Da questa realtà, nascono i movimenti civici che, in periodo elettorale, si organizzano in liste civiche. “Progetto per Vasto”, il movimento civico che Lei ha ricordato, rappresenta, ormai da più di sette anni, una risposta nei termini di proposta di politica amministrativa alternativa all’attuale governo della città.
Dica la verità: cosa non ha funzionato cinque anni fa? Perché non è stato eletto sindaco?
Non sono stato eletto Sindaco perché non ho conquistato il ballottaggio ed il ballottaggio non l’ho conquistato per soli 347 voti. In quell’occasione il centrodestra scelse un altro candidato, questa volta sono mutate le condizioni e sono state, invece, le primarie a permettere un’unica candidatura. Pertanto, sono fiducioso.
Lei è stato molto presente in consiglio comunale in questi cinque anni. Desiati, una sintesi del suo impegno nell’assise civica.
Credo di aver fatto soltanto il mio dovere. L’elettorato, col suo voto, mi ha detto che, nei cinque anni successivi le votazioni, avrei dovuto fare opposizione ed opposizione ho fatto. Nel farla, mi sono sforzato di rappresentare la cittadinanza, non soltanto quella, già da allora, convinta dell’inconcludenza dell’amministrazione Lapenna ma anche molti dei suoi elettori via via sempre più delusi. Con l’impegno profuso non ci si è limitati a contrapporsi alle scelte della maggioranza ma sono state sempre offerte soluzioni alternative a quelle da essa proposte. Se oggi sempre più Vastesi si sono convinti della sua inadeguatezza amministrativa, con molta probabilità, le strade da noi indicate in Consiglio comunale sarebbero potute essere realmente migliori. Inutile dire che, per partito preso, nessuna nostra proposta è mai stata accolta ed oggi le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.
Lei di recente è stato molto critico nei confronti della gestione di Lapenna. Ha parlato di “sciatteria”. Non le sembra esagerato?
Esagerato? Come considerare l’atteggiamento di chi sembra provar fastidio di fronte alle sollecitazioni ed ai suggerimenti che provengono da fuori del ristretto ambiente di partito, delle associazioni fidelizzate o delle cooperative amiche? Completa chiusura a nuove idee e nuove esperienze. Come considerare il lento trascinarsi amministrativo di una quotidianità burocratica fatta di copia/incolla, di una programmazione priva di qualunque fantasia creativa alla ricerca di opportunità per la valorizzazione di un territorio ricco di tradizioni, cultura, ambienti naturali, beni architettonici di pregio. Come stigmatizzare l’assenza di progettualità in una visione del comprensorio in cui Vasto possa avere un ruolo guida nello sviluppo territoriale. Come giudicare l’opera di chi, in dieci anni, ha prodotto il costante impoverimento del senso di appartenenza ad una comunità che, fino a qualche tempo fa, aveva l’orgoglio di sentirsi vastese.
Ma proprio non salva niente dell’amministrazione uscente?
La capacità di perpetuare sé stessa, vivacchiando, restando a galla nonostante tutto e salvaguardando privilegi di pochi.
Allora ci parli della sua gestione, se ovviamente verrà eletto. Il suo programma è su youtube ed è visionabile da tutti. Riuscirà a fare quello che ha previsto?
E’ solo parte su Youtube. Il Programma verrà diffuso, al più presto, nelle forme migliori per la sua conoscenza. Attribuisco molta importanza a questo strumento di governo, affinché non rimanga soltanto un atto doveroso e burocratico. Il progetto amministrativo che esso racchiude è ispirato ad una visione d’insieme della nostra città, non è un elenco della spesa, fotografa la realtà cittadina e con esso si affrontano i problemi, individuando le soluzioni più confacenti. Sarà possibile mantenere gli impegni prefissati, adottando un metodo di lavoro, reperendo le risorse necessarie da fonte pubblica e privata e riorganizzando la macchina amministrativa comunale. Occorrerà profondere impegno con passione e senso del dovere.
Lei è particolarmente presente su internet. A parte Youtube, c’è anche una pagina su Facebook …
Stiamo utilizzando ogni mezzo di comunicazione, è importante far conoscere il più possibile idee e programmi, con capillarità; solo così sarà possibile costruire un rapporto di fiducia con la popolazione. E’ un lavoro impegnativo che coinvolge, quotidianamente, più amici e che permette di relazionarsi con i molti cittadini che non si accontentano più di immaginette e fac-simili ma che vogliono realmente conoscere quale sia lo spirito che anima l’azione politica ed i suoi contenuti.
Ha detto pubblicamente che non abbandonerà mai il ruolo di sindaco per assumere cariche elettive di altro tipo. Conferma questo suo impegno? Non è che rischiamo di tornare a votare?
Un impegno quale quello di sindaco presuppone la permanenza nel ruolo per tutta la durata del mandato. La realizzazione di un Programma è determinata dalla costanza nel lavoro. Cinque anni di amministrazione non sono già di per loro sufficienti a veder compiutamente realizzati progetti ed impegni. Il compito di un sindaco è particolare e, a mio giudizio, soprattutto oggi, è il più difficile nel panorama istituzionale, non potrebbe essere interpretato nei giusti modi se fosse interrotto. Insomma, non può essere segmento di un percorso… carrieristico. Non è certo un sindaco che può determinare l’instabilità di una compagine amministrativa, il suo dovere è curare l’interesse della comunità cittadina, non il proprio! Quello di Sindaco è un ruolo di completa donazione.
La Sua squadra. Riuscirà ad accontentare tutti i suoi alleati e a non scontentare nessuno?
Ciò che sostiene l’insieme dovrà essere il senso di responsabilità di ognuno. Ci si candida e si viene eletti in Consiglio o si è chiamati al ruolo di assessore per svolgere una funzione di servizio. Esperienza, capacità e voglia d’impegno nei ruoli assegnati saranno condizioni valutate alla luce di solidi equilibri politici raggiunti, dal risultato elettorale acquisito da ogni componente della coalizione e dalla costanza nel rapporto fiduciario con il sindaco.
I suoi provvedimenti nei primi cento giorni?
Vasto dovrà recuperare tantissimo in termini economici, d’immagine e senso civico comunitario. La città attende scelte di fondo e motivi che diano speranze. Da subito, inizierà una nuova semina dopo aver dissodato un terreno inaridito. Cento giorni? Non so. Il tempo che occorrerà. Sono tante le urgenze. Certo è che non perderemo un solo minuto dei 10, 100 o 1000 giorni che ci vedranno alla guida della città. Un progetto di Politica amministrativa serio non è uno spot elettorale, i segnali di una rinascita dovranno arrivare subito ed i cittadini dovranno sentirsi coinvolti nella realizzazione di nuove prospettive. La prossima nostra amministrazione non sarà caratterizzata dall’illusionismo ma dalla concretezza e perché così possa essere, fin dai primi giorni, sarà indispensabile verificare la situazione finanziaria del Comune, la sua reale capacità di spesa, con un’attenta lettura della situazione economica che erediteremo.
L’intervista termina con una stretta di mano. Fuori della stanza, nel salone del comitato elettorale, ci sono i volontari e i sostenitori. Il candidato sindaco, intanto, si accende una sigaretta. Oggi, probabilmente, non è la prima e non sarà l’ultima.
A.D.V.