Qualcuno ha fatto un passo indietro per motivi personali, altri per fare spazio ai giovani, ma non mancano neanche le polemiche. I “grandi assenti” – assessori e consiglieri comunali uscenti – spiegano le ragioni della non ricandidatura che per alcuni è stata particolarmente sofferta. “Ho deciso di non ricandidarmi per motivi personali”, dice l’assessore Luigi Masciulli (Psi), “ma su questa mia scelta ha inciso anche la presenza di un candidato sindaco del centrosinistra, Francesco Menna, che non mi entusiasma particolarmente”. Per Etelwardo Sigismondi, consigliere comunale di Fratelli d’Italia (partito di cui è il coordinatore regionale), la decisione è frutto di una precisa presa di posizione. “Ho deciso di non ricandidarmi per dare la possibilità ad altri giovani di entrare in consiglio comunale e di poter dare il loro contributo”, spiega Sigismondi, “sono diventato consigliere comunale nel 1998, avevo 23 anni. Ho già fatto quattro mandati amministrativi, due nei banchi della maggioranza e gli altri due nell’opposizione. Voglio dare un segnale. In ogni caso continuerò ad impegnarmi per la mia città”.
Promette il suo impegno anche Domenico Molino (Pd), che alle primarie del centrosinistra, vinte da Menna, ha sostenuto la deputata Maria Amato. “Dopo dieci anni di amministrazione comunale, nel ruolo dapprima di assessore e poi di consigliere, e dopo tre elezioni, compresa quella regionale, ho deciso di farmi da parte”, chiosa il presidente della Commissione Assetto del Territorio, “quella dell’amministratore non è una professione. Largo ai giovani che intendo supportare in questa campagna elettorale”.
Per Corrado Sabatini (Psi), è un’uscita di scena con qualche rimpianto. “Mi dispiace che in 10 anni di amministrazione del centrosinistra non sia stato approvato il nuovo piano regolatore”, sottolinea Sabatini, “è stata un’occasione persa per lanciare un segnale di cambiamento. Ora tocca ai giovani, sono loro che devono prendere le redini. Ho 60 anni ed è giusto che, dopo aver fatto l’assessore e il consigliere, mi metta da parte”.
Maria Amato (Pd) ha deciso di non ricandidarsi, ma non farà mancare il suo apporto. “La mia è una posizione già nota prima delle primarie”, attacca la deputata, “ci si candida guardando al ruolo per cui ci si propone e agli impegni che ne derivano, impegni che mal si conciliano con il ritmo di lavoro che con il Governo Renzi ha il Parlamento. In questi anni non ho potuto quasi mai partecipare alle riunioni di maggioranza e ho condizionato, sollevando qualche malumore, le date del consiglio comunale. Il mio impegno si tradurrà in un’azione sul programma del candidato sindaco. Massima attenzione e cura del patrimonio pubblico, l’azzeramento del consumo di suolo, le fragilità, la partecipazione e la trasparenza. Da oggi al giorno delle elezioni farò la mia parte in campagna elettorale per Francesco e per quei candidati del Pd che condivideranno queste idee”, conclude la Amato.
Diverso è il caso di Riccardo Alinovi. Il referente cittadino di Codici si era candidato nella lista “Noi per Vasto”, a sostegno di Menna, che all’ultimo momento è stata cancellata, con il trasferimento di alcuni candidati nelle altre liste della coalizione. Per Alinovi è stato un brutto colpo. “La lista è stata boicottata”, sostiene il referente di Codici, “sto preparando 20mila volantini per raccontare ai cittadini cosa è successo e chi mi vuole fare fuori politicamente”.
Anna Bontempo