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Abuso edilizio a San Salvo Marina, balneatore dovrà procedere alla demolizione delle opere realizzate

Una vicenda iniziata nell’agosto 2004 quando,  in seguito a controlli, l’Ufficio Circondariale Marittimo di Vasto riscontrò, presso uno stabilimento balneare di San Salvo Marina, alcune opere edilizie realizzate in assenza di permesso di costruire. Il titolare della concessione balneare aveva infatti proceduto abusivamente alla realizzazione di una chiusura perimetrale degli spazi sottostanti l’edificio centrale realizzando un locale di circa 80 mq con un’altezza di 1,65m,  allo scopo di adibirlo a magazzino, deposito motori frigo e serbatoi acqua. Lo stesso locale fu pavimentato con “quadrotti” prefabbricati poggiati nella sabbia.

In seguito a tale verifica da parte dell’Ufficio Circondariale Marittimo, nonché alla comunicazione al titolare del reato di abuso edilizio e relativa procedura di demolizione dell’opera realizzata, il titolare stesso presentò istanza di condono edilizio. Istanza che portò alla sospensione dell’ordinanza comunale.

Nel settembre del 2014 la vicenda si è poi ampliata quando la Polizia Municipale, in seguito ad attività di indagini, riscontrò ulteriori opere edilizie non autorizzate e non descritte nella documentazione di condono precedentemente presentata (e non ancora concesso dal Comune di San Salvo), relative sempre allo stesso locale sotterraneo oggetto di demolizione, riguardanti la realizzazione di una tramezzatura interna allo scopo di suddividere il suddetto locale in due vani di cui uno adibito a stoccaggio di cibi e ad attività di cucina collegata con il laboratorio a piano terra attraverso un montacarichi.

In seguito a tali opere abusive riscontrate nel 2004 e nel 2014 e al diniego del condono edilizio richiesto dal titolare dello stabilimento balneare, il Comune di San Salvo il 19 maggio 2016 ha emesso l’ordinanza di demolizione dell’opera edilizia  abusiva.

Il titolare dovrà dunque procedere al rirpistino allo stato iniziale dell’area o ricorrere entro 60 giorni al TAR di Pescara o procedere ad un ricorso straordinario entro 120 giorni al Presidente della Repubblica.

 

 

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