Ha tenuto banco, nei discorsi di una parte, l’età, laddove a maggiore vetustà corrisponde, così è stato proclamato, una minore capacità di gestione amministrativa. A noi studenti liceali insegnavano, nelle ore dedicate all’approfondimento della filosofia, che per verificare la giustezza di una teoria bisogna portarla alle estreme conseguenze.
Eccole, dunque: il confronto politico si ridurrebbe ad una gara a chi è più giovane, nel senso che se tu candidi un quarantenne, io candido un trentacinquenne, e così all’infinito. Può durare? Per la verità, i Vastesi, mostrando molta più maturità di quella che immaginiamo, durante queste settimane hanno chiesto cose più semplici e immediate, cose che chiunque si aspetta da un primo cittadino: strade degne di questo nome, sicurezza in città e servizi comunali un po’ più decenti di quello che sono adesso. Se poi si può pagare qualcosa in meno di imposte, tanto meglio.
Il punto è: individuare temi che coinvolgano l’opinione pubblica attorno ad un progetto percepito come vincente. Dell’età anagrafica non interessa niente a nessuno.
Provenendo da una generazione che considera sacra la valenza del cursus honorum, con tutta naturalezza annetto l’esperienza e la saggezza allo spuntare di qualche capello bianco. Stride, comunque, che il più giovane, interpellato dai giornalisti con il “lei”, risponda sistematicamente con il “tu”. L’ascoltatore, che è diventato fine, non tollera che, in uno studio televisivo, il politico entri in situazioni di comparaggio con l’intervistatore, mentre apprezza che, almeno di fronte ad una telecamera, il più anziano dei competitori mantenga il “lei”.
Sfumature, certo. Ma la comunicazione è una magia che ha le sue regole. Ne beneficia chi la sa usare. Graduare la tonalità della voce, come nella maestria di Demostene, creare immagini con il para-verbale, tenere desta l’attenzione dell’uditorio e dell’interlocutore. I quali, in ogni caso, si accorgono se stai barando. Sono cose che si acquisiscono con l’esperienza dei mille campi di battaglia affrontati nel corso della vita.
Al di sopra di tutto, è bene rimarcare, ci sono però i contenuti, c’è la sostanza che precede la forma, il sugo del discorso in luogo delle chiacchiere. Specie quando si deve amministrare una città che attende soluzioni concrete rispetto ai mille problemi che si sono accumulati nel tempo. I cittadini vogliono risposte. Sperando che, all’interno del Palazzo di Città, non prevalga l’indiscriminato uso del “tu”. Anche la forma, certe volte, è sostanza.
Giacinto Zappacosta