Mentre la “ggente” si sorbisce ad ogni ora informazioni inutili che inquadrano grandi strategie, sogni e visioni, lontani dai loro bisogni; il potere vero telefona, incalza, discute, consuma caffè, tanti caffè!, e, alla fine, sceglie. Tutto tra sé e sé, alla faccia dei cittadini ‘sudditi’ a cui questo “sistema” ha tolto la possibilità di scegliere. Forse, per chi partecipa al potere, per l’establishment, è normale che si 《riaprano i termini per ampliare i soggetti》che abbiano i requisiti per la nomina a commissario del Civeta, per stabilire quale fazione dovrà gestire per i prossimi mesi un consorzio importante come il Civeta. Un po’ meno normale lo è per gli ignari cittadini che non conoscono bene le ricadute sulle loro tasche del buono o cattivo funzionamento del CIVETA.
Questi sono i metodi. Legittimi, per carità. Ma colpisce che nessuno si ponga la domanda: a fare che? Che deve andare a fare il nuovo commissario che non possa fare il vecchio, colui che già c’è? Forse deve accondiscendere a qualche piccolo dignitario? E perché si riaprono i termini a circa un anno dalla precedente scadenza? E perché proprio adesso, a ridosso della chiusura della campagna elettorale?
La “ggente” spera sempre, ad ogni elezione, che cambino le cose, che non funzioni sempre come ha sempre funzionato. E dispiace che anche stavolta, come avviene in ogni cambio di potere, si trascurino i drammi di migliaia di persone disperate, senza lavoro e senza soluzioni per giocare al “risiko territoriale”.
Angelo Bucciarelli