“Tenetevi pure la presidenza del consiglio, non è affar nostro. Niente sarà più come prima, prendetene nota”. Promette battaglia Ludovica Cieri, che dai banchi del consiglio comunale, arringa il Pd “ che voleva giocare ed è rimasto giocato. E’ mancato il coraggio di perdere qualcosa”.
Il riferimento è alla presidenza dell’assemblea civica, carica che, in virtù degli accordi interni alla maggioranza, è andata a Giuseppe Forte, esponente del Pd che quell’incarico ha ricoperto già per due mandati consecutivi. Forte è stato eletto a scrutinio segreto, alla seconda votazione, con 15 voti, mentre per i due vice presidenti (uno espressione della maggioranza e l’altro della minoranza) la scelta è ricaduta su Elio Baccalà e la Cieri. Su quest’ultima nomina si registra un commento del circolo cittadino di Fratelli d’Italia che parla di “inciucio Pd-Movimento 5 stelle. Cieri è stata eletta vice presidente grazie ai voti del partito democratico”.
La polemica sulla presidenza del consiglio si era scatenata nell’aula consiliare, dove i pentastellati hanno rimarcato la loro posizione.
“Quello della presidenza del consiglio è stato un argomento elettorale, non una questione posta da noi”, ha sottolineato la pentastellata, “accettarla avrebbe imbalsamato la nostra azione. Accettate questa vittoria come ultima possibilità offerta dalla città. Noi faremo opposizione e saremo pronti a portare alla luce ogni atto contrario alla legalità”.
Prima che si procedesse alla elezione era stato Vincenzo Suriani (Fratelli d’Italia), a chiedere “un presidente condiviso”, mentre Guido Giangiacomo (Forza Italia) e Edmondo Laudazi (Il Nuovo Faro) si erano detti pronti a votare la rappresentante dei 5 stelle. E’ toccato all’ex sindaco Luciano Lapenna, nelle rinnovate vesti di consigliere comunale, a rompere l’imbarazzo che serpeggiava tra i banchi della coalizione vincente.
“Il rispetto della democrazia impone che la scelta della presidenza spetti alla maggioranza”, ha sottolineato Lapenna, il quale, pochi giorni prima aveva esortato il sindaco Francesco Menna a “rispettare gli accordi presi in campagna elettorale e ad aprire una trattativa seria con il Movimento 5 stelle”.
C’era il pubblico delle grandi occasioni ieri nell’aula consiliare tirata a lucido per il battesimo della nuova amministrazione. Erano presenti il Prefetto Antonio Corona (che ha esortato alla dialettica e invitato a mettere da parte la conflittualità), l’europarlamentare Daniela Aiuto, la deputata Maria Amato, i sindaci di San Salvo e Cupello, Tiziana Magnacca e Manuele Marcovecchio, l’assessore regionale Silvio Paolucci, il consigliere regionale Mario Olivieri e numerosi cittadini. Mimetizzato fra i pubblico anche il senatore Gianluca Castaldi insieme ad un gruppo di attivisti del Movimento 5 stelle.
“E’ a chi vive nelle periferie esistenziali, ai poveri, agli emarginati, agli ultimi della società, che intendo dedicare questo giorno solenne”, ha detto Menna, “la Vasto che vogliamo e che ci impegniamo a realizzare, è una città accogliente e inclusiva, una città sensibile ai bisogni di tutti, in cui ciascuno si sente parte di una storia comune. Vastoinsieme non è uno slogan casuale, scelto in chiave di strategia elettorale: rappresenta il senso è la rotta di un agire politico teso a realizzare uno sviluppo umano, oltre che materiale, della nostra comunità. E’ necessaria la partecipazione dei cittadini alle scelte”.
Con la nomina degli assessori – che si sono dovuti dimettere da consiglieri – sono entrati a far parte dell’assemblea civica, , oltre agli eletti dello scorso 5 giugno, Marino Artese, Roberta Nicoletti e Marianna Del Bonifro del Pd, Giuseppe Napolitano della lista civica Filo comune, Giovanna Paolino di Avanti Vasto, Lucia Perilli di Città Virtuosa e Alessandra Cappa di Unione per Vasto al posto del dimissionario Giuseppe Tagliente.
Piuttosto nutrita la pattuglia rosa formata da undici donne (tra assessori e consigliere comunali), più del doppio rispetto a quelle presenti nella passata amministrazione.
Anna Bontempo (Il Centro)
