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Una grande risposta di fede

Tantissima gente ha seguito il programma predisposto dall’Amministrazione Comunale per la festa del Santo Patrono S. Michele Arcangelo. Ma, al di là della partecipazione ad un sano e gioioso divertimento, ciò che ha maggiormente colpito quest’anno è stata la grande risposta di fede del popolo vastese alle cerimonie religiose.

La Chiesa di S. Maria Maggiore, dove è stata esposta la Statua di S. Michele per la venerazione, ha registrato, soprattutto durante la celebrazione delle S. Messe, il pienone di presenze.

Contento il parroco don Domenico Spagnoli che ha più volte ringraziato i fedeli per questa grande testimonianza di amore verso l’Arcangelo S. Michele. Contento anche il Pastore della Diocesi Mons. Bruno Forte che ha presieduto la concelebrazione eucaristica sia la mattina del 29 settembre che la sera del 30, commentando i testi della liturgia e approfondendo la loro attualizzazione nella vita quotidiana.

Nella prima omelia Padre Bruno ha ricordato le tre figure degli Arcangeli festeggiati il 29 settembre: Michele, che significa “chi è come Dio” (“Egli ci annuncia la misericordia divina che ci libera da ogni paura”), San Gabriele, “la forza di Dio“, (“Egli ci dice che la forza viene dall’Altissimo e che la grazia è indispensabile al nostro cuore”), ed infine Raffaele, “la guarigione di Dio”, (“Egli ci ricorda che la misericordia non soltanto è infinita ed è un aiuto indispensabile, ma sana le ferite e ci libera dal potere del peccato”).

Particolarmente incisiva l’omelia pronunziata durante la Messa del 30 settembre e tesa a spiegare qual è il messaggio che gli Arcangeli ci offrono per la testimonianza quotidiana di donne e uomini del nostro tempo.

“Colgo – ha esordito il Vescovo- questi tre atteggiamenti fondamentali: adorazione, impegno nella lotta, comunione dei santi” . Ed ha subito aggiunto: “Il testo di Daniele ci presenta la misteriosa figura del Figlio dell’uomo. Ma la figura è tutta rivolta verso un anziano assiso su di un trono con la veste candida come la neve. Davanti a questa figura misteriosa ci sono tutti i cori della nazioni per adorarLa. Qual è il messaggio che il testo ci vuole trasmettere? Che tutto nella vita e nella storia deve essere orientato alla gloria di Dio. Da Lui noi veniamo, in Lui noi esistiamo, verso di Lui noi andiamo pellegrini nel tempo. E l’eternità beata sarà la visione meravigliosa del Suo volto mentre saremo immersi nella gioia dell’amore eterno. Tutto da Dio, tutto in Dio, tutto orientato verso Dio. Vivere questo messaggio significa vivere sempre alla presenza di Dio”.

La vocazione alla profonda adorazione di Dio, ha continuato il Vescovo, sviluppando il secondo atteggiamento, deve coniugarsi con un impegno forte che viene presentato nella Bibbia come lotta drammatica tra Satana, che cerca di seminare discordia e ribellione, e l’arcangelo Michele che interviene per difendere la fede in Dio. Anche noi, ha precisato Padre Bruno, siamo impegnati in questa lotta cosmica per vincere il male e far trionfare il bene. Ma per ottenere questa vittoria occorrono umiltà. sacrificio e generosità, cercando di essere uomini e donne che non si risparmiano”.

Tutto ciò non va vissuto in solitudine”, ha affermato a questo punto il Vescovo. Ed ecco il terzo atteggiamento che ognuno di noi deve attuare nella propria vita: avere la consapevolezza di non essere soli. Il cristianesimo è la religione della santità universale, della comunione dei santi. Il Vangelo di Giovanni ci presenta il cielo aperto con gli angeli che salgono e scendono sopra il Figlio dell’uomo. Una visione dinamica e bella che ci mostra chiaramente che siamo custoditi e amati.

L’invito finale del Pastore della Diocesi è stato quello di sostenerci a vicenda nel compiere il progetto di Dio, diventando solidali gli uni con gli altri e vivendo come Chiesa in uscita, per usare la pregnante immagine di Papa Francesco, una Chiesa impegnata affinché la carità trionfi.

Al termine della S. Messa si è snodata la processione, che ha riportato la statua di S. Michele alla Chiesetta, dove è custodita durante l’anno. La presenza del Vescovo che ha benedetto continuamente la folla lungo tutto il tragitto è stata un’ulteriore testimonianza di comunione tra il Pastore e la comunità affidata alle sue cure spirituali.

La processione si è conclusa con la preghiera recitata dallo stesso Vescovo per ottenere da Dio, per intercessione dell’Arcangelo S. Michele, la misericordia, il lavoro, la giustizia, la pace e l’unità dei cristiani, e con il ringraziamento rivolto a Padre Bruno da Francesco Menna, particolarmente commosso per aver vissuto per la prima volta questa esperienza di fede come sindaco di una città dinamica e profondamente religiosa.

LUIGI MEDEA

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