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Tre gli eventi svoltisi nella Comunità Parrocchiale di San Marco Evangelista

Tre interessanti eventi hanno caratterizzato la vita della Comunità parrocchiale di S. Marco durante la settimana (14-20 novembre), in cui si è chiuso, con l’anno liturgico, anche il Giubileo straordinario della Misericordia, voluto da Papa Francesco.

Si è iniziato Lunedì 14 novembre con una intensa conferenza su don Primo Mazzolari, svolta dal sacedorte don Bruno Bignami, Presidente della Fondazione Mazzolari di Bozzolo. Il relatore ha presentato la figura di don Mazzolari come il testimone della coscienza umana e cristiana nel particolare periodo storico in cui è vissuto, cogliendone innanzitutto il travaglio e poi il suo incarnarsi dentro la storia, quando partecipa alla prima guerra mondiale come cappellano militare. Dopo la guerra la coscienza di don Mazzolari diventa “critica”, in quanto egli dimostra subito di essere un antifascista, prende posizione contro i capi del regime e non va a votare alle elezioni del 1929, perché, a suo parere, va salvaguardata la libertà della persona.

Negli anni ’30 don Mazzolari incontra il personalismo francese e inizia la sua attività di scrittore. Pubblica “La più bella avventura” sulla parabola del Figliol prodigo. In questo periodo, anche quando gli viene imposto dalle gerarchie ecclesiastiche di non predicare, egli dimostra tutta la sua “coscienza obbediente” alla Chiesa. In seguito Giovanni XXIII ne ha riconosciuto lo spirito profetico. E Paolo VI ha lasciato questa testimonianza scritta: “Lui aveva il passo troppo lungo e noi si stentava a stargli dietro. Così ha sofferto lui e abbiamo sofferto anche noi. Questo è il destino dei profeti”.

L’ultimo aspetto, approfondito da don Bignami, è stato quello su don Mazzolari “formatore di coscienze”. Il suo pensiero, ha concluso il relatore, ha anticipato alcune istanze dottrinali e pastorali del Concilio Vaticano II (in particolare quelle sulla Chiesa dei poveri, la libertà religiosa, il pluralismo, il dialogo con i lontani, la distinzione tra errore ed erranti) e il suo messaggio resta di grande attualità ancora oggi.

Il secondo evento, organizzato dalla Parrocchia, si è svolto Sabato 19 novembre con una coinvolgente gita a Napoli e a Salerno, grazie all’impegno organizzativo di Antonio Moretta e Patrizia Fiore. Nella città partenopea il gruppo ha avuto modo di visitare innanzitutto il Museo della Cappella Sansevero, gioiello del patrimonio artistico internazionale, dove c’è il capolavoro  del Cristo velato, scolpito nel marmo da Giuseppe Sammartino nel 1753 e dove affascinano le enigmatiche presenze delle macchine anatomiche di Giuseppe Salerno. Poi i partecipanti hanno avuto la possibilità di recarsi al Duomo, di sostare in preghiera davanti alla tomba di S. Giuseppe Moscati nella Chiesa del Gesù e, infine, di immergersi in una gioiosa atmosfera “natalizia” lungo la via di S. Gregorio Armeno, meglio conosciuta come la via dei presepi.

Nella seconda parte della giornata il gruppo si è traferito a Salerno per ammirare le luminarie. Uno spettacolo veramente fascinoso, con il centro storico costellato di figure giganti, con la cascata di luci, lampadari e globi illuminati sul Corso Vittorio Emanuele e con la ricostruzione di nuove fiabe nella villa Comunale.

Il terzo evento, svoltosi ieri Domenica 20 novembre e di cui riportiamo alcune foto, ha visto la gradita presenza in parrocchia di Mons. Camillo Cibotti, Vescovo di Isernia e Venafro, presentato ai fedeli dal parroco don Gianni Carozza. Il Presule ha presieduto la S. Messa, concelebrata con lo stesso parroco e altri sacerdoti, sottolineando all’omelia la premura di Gesù, il Buon Pastore, il quale vuole che tutte le pecore si salvino, perché Lui ci ama per primo e per noi ha donato la sua vita.

Riferendosi poi alla richiesta del buon ladrone, riportata nel Vangelo di Luca (“Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”) e alla risposta data da Cristo (“Oggi con me sarai nel paradiso”), Mons. Cibotti ha sottolineato che soltanto con Gesù è possibile entrare nel suo regno di amore e di pace, ma è necessaria anche la decisione dell’uomo che, come il buon ladrone, si abbandona alla misericordia di Dio.

Prima della benedizione finale Mons. Cibotti ha benedetto, a ricordo dell’Anno giubilare straordinario, la nuova statua di Maria, Madre della Misericordia, dono di una parrocchiana, pregando insieme ai fedeli affinché Lei con la dolcezza del suo sguardo ci aiuti sempre “a riscoprire la gioia della tenerezza di Dio”.

Secondo il desiderio di don Gianni Carozza, a Maria, la cui vita è stata plasmata dalla presenza della Misericordia fatta carne, sono state affidate le intenzioni della Comunità, quelle delle famiglie e in particolare dei sofferenti

Dopo il rito religioso c’è stata una fraterna conviviale, a cui ha partecipato anche Mons. Cibotti. Tutto squisito, grazie alle cuoche della parrocchia: Antonietta Vinciguerra, Michelina Gallo, Renata Cicchitto, Elena La Verghetta e Fiorina Di Renzo.

LUIGI MEDEA

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