Su tutti gli organi d’informazione, nazionali e internazionali, risalta la notizia della scomparsa di Zygmunt Bauman, 91 anni, tra i massimi intellettuali contemporanei. Ci piace segnalare che nel 2011, per l’Editore Morlacchi, nella collana diretta dal Prof. Antonio De Simone, lo studioso vastese Davide D’Alessandro gli ha dedicato la monografia: “Tra Simmel e Bauman. Le ambivalenti metamorfosi del moderno”.
Teorico della “società liquida”, quasi tutti i suoi libri sono stati pubblicati da Laterza: «Vita liquida», «Consumo dunque sono» e «L’arte della vita», «Il demone della paura», «Modernità liquida», «Amore liquido», «Capitalismo parassitario», «L’etica in un mondo di consumatori», «Dentro la globalizzazione. Le conseguenze sulle persone», «Danni collaterali. Diseguaglianze sociali nell’età globale», «Paura liquida», «La società sotto assedio», «Sesto potere», «Stranieri alle porte».
Con la sua morte, se ne va uno dei massimi intellettuali contemporanei, tra i più prolifici e attivi fino agli ultimi momenti della sua vita. Era noto in tutto il mondo per essere il teorico della postmodernità e della cosiddetta “società liquida”, che ha spiegato in uno specifico ciclo della sua produzione saggistica, dall'”amore liquido” alla “vita liquida”. Per Bauman, infatti, il tessuto della società contemporanea, sociale e politico, era “liquido”, cioè sfuggente a ogni categorizzazione del secolo scorso e quindi inafferrabile. Questo a causa della globalizzazione, delle dinamiche consumistiche, del crollo delle ideologie che nella postmodernità hanno causato uno spaesamento dell’individuo e quindi la sua esposizione brutale alle spinte, ai cambiamenti e alle “violenze” della società contemporanea dell’incertezza, che spesso portano a omologazioni collettive immediate e a volte inspiegabili per esorcizzare la “solitudine del cittadino globale”, come si chiama uno dei suoi lavori più celebri. (Repubblica.it)